Calo del desiderio e fattori psicologici
Soprattutto nella mezza età l’eclissi parziale o totale del desiderio sessuale viene sbrigativamente attribuita agli ormoni, agli anni che avanzano, allo stress e alla stanchezza.
Soprattutto nella mezza età l’eclissi parziale o totale del desiderio sessuale viene sbrigativamente attribuita agli ormoni, agli anni che avanzano, allo stress e alla stanchezza.
Purtroppo viviamo in una società in cui la manipolazione a livello interpersonale è un atteggiamento diffusissimo, così pervasivo da passare inavvertito alle coscienze meno attente.
Alla base di molte emozioni negative, intense, paralizzanti oppure sorde e quasi inavvertibili, si nasconde il pensiero di non poter reggere il peso di una realtà avversa.
È difficile che un essere umano possa dirsi totalmente soddisfatto e in pace con il proprio passato, soprattutto quando esso coincide con gli anni dello sviluppo e della dipendenza dall’ambiente familiare.
Molte domande di psicoterapia sottendono il bisogno di liberarsi da catene mentali, fattesi troppo stringenti e limitanti.
Nell’immaginario comune la figura dell’amore ossessivo è sinonimo di passione amorosa, di desiderio fisico, mentale e emotivo la cui intensità incontenibile porta fino ai limiti della follia.
Anni di psicoanalisi classica ma nella sostanza non cambia niente: l’impermeabilità al cambiamento tramite insight inconscio è uno degli indici che denotano in chi chiede aiuto la presenza di una struttura della personalità, in cui gli aspetti patologici sono rigidamente installati.
La perdita, di una relazione, di un lavoro, della salute, di una persona cara può sospingere verso lo sviluppo di affetti depressivi.
Male oscuro, Perdita di interesse , Aiuto psicoterapeutico , Affrontare il senso di vuoto, Oscillazioni del tono dell'umore
La psicoterapia che “funziona”, che apporta cambiamenti di sostanza nella vita delle persone risponde a determinate caratteristiche, frutto dell’incontro fra abilità del curante e disponibilità a mettersi in gioco del paziente.
La così detta “famiglia oppressiva” è un luogo in cui i rapporti familiari anziché potenziare la forza e l’indipendenza dei suoi giovani membri ne diminuiscono le potenzialità espressive e vitali.
Qualsiasi condizione esistenziale o tratto isolato di “diversità” dalla massa espone al pericolo di sedimentazione nell’inconscio di sentimenti di inadeguatezza.
Amare per l’uomo non è più “difficile” di quanto lo sia per la donna. Erroneamente si pensa che gli uomini siano affettivamente più freddi, ma ciò non corrisponde al vero, è uno stereotipo culturale.
Non esiste una tipologia “unica” di depressione; anche se alcuni sintomi visibili sono apparentemente gli stessi (apatia, perdita di interessi, umore malinconico e triste, ritiro sociale, senso di disvalore) le cause retrostanti possono essere molto diverse.
Il mito contemporaneo dell’immagine e della giovinezza a tutti i costi induce al consumo e influenza un po' tutti, soprattutto le personalità fragili.
La rigidità mentale raramente è portata direttamente in seduta come un sintomo che fa sorgere domande e interrogativi su se stessi.
Nell’epoca contemporanea la salute mentale delle persone, già minata in senso nevrotico dal sistema produttivo globale, è messa a dura prova da due ulteriori fattori, l’esasperazione dell’incertezza politico-economica e l’iper sviluppo della realtà virtuale veicolata dai dispositivi cellulari.
Come insegnava Jung nessun essere umano aderisce completamente ad una tipologia psicologica escludendo del tutto gli aspetti di quella opposta o complementare.
Accettare in età adulta un comportamento di abuso emotivo da parte di un partner o di una figura affettivamente significativa sottende sempre la presenza nell’infanzia di chi subisce una serie di abusi e umiliazioni non elaborati.
La forza di volontà può essere accostata alla perseveranza, ovvero alla capacità dell’Io di mantenere una rotta e una direzione nonostante la fatica, le condizioni avverse e la lontananza dall’obiettivo.
Il sentimento di insoddisfazione in genere viene percepito come una sensazione interiore di irrequieta mancanza, che può accompagnarsi alla rassegnata percezione di esclusione da una supposta condizione di felicità senza sbavature.
L’amicizia può essere vissuta a differenti livelli di consapevolezza e di profondità; essi ne determinano sia il grado di “tenuta” nel tempo che la qualità (la ricchezza dello scambio e del benessere percepito).
La fiducia in se stessi “sostanziale” è molto diversa sia dall’esibizione di modalità e atteggiamenti spavaldi, sia dalla convinzione nella propria superiorità ed “elezione” rispetto agli altri.
La ragione a rigore non si pone “contro” le emozioni. Si crede falsamente che la persona razionale diffidi di ogni manifestazione emotiva, propria o altrui, bloccandola sul nascere o incapsulandola in un angolo remoto del proprio essere.
I giovanissimi oramai, quando non si vedono di persona, comunicano fra di loro solo ed esclusivamente tramite app di messaggistica istantanea o canali social (whatsapp, instagram ecc...).