Denaro e salute mentale
Nella società contemporanea il possesso del denaro, a cui segue quello della gioventù, viene propagandato dai mass media come il valore assoluto a cui dedicare la propria vita.
Nella società contemporanea il possesso del denaro, a cui segue quello della gioventù, viene propagandato dai mass media come il valore assoluto a cui dedicare la propria vita.
“Si deve essere leggeri come l’uccello che vola, e non come la piuma”.
Il delirio in cui possono transitoriamente scivolare i nevrotici isterici va distinto da quello tipico delle affezioni psicotiche.
Nel primo capitolo dell’ “Io e l’inconscio” Carl G. Jung istituisce una differenziazione fra contenuti “personali” dell’inconscio e contenuti “collettivi”.
Una buona quota della così detta “incomunicabilità” fra uomo e donna non la dobbiamo a differenze comportamentali ed emotive “innate”.
Un ostacolo enorme e frequentissimo che i clinici si trovano ad affrontare nella loro pratica è la non volontà di guarigione inconscia dei loro pazienti.
Quando comincia la terza età? Domanda difficile, perché oltre all’età anagrafica per stabilire il grado di “giovinezza” di un individuo è necessario tenere conto dei fattori psicologici, vero motore di vitalità al di là degli anni e delle magagne di salute.
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Ai nostri giorni la dipendenza da cannabis, diversamente da quella da altre sostanze psicotrope, rischia di andare incontro ad una pericolosa sottovalutazione da parte sia di chi ne soffre che di chi ruota nell’orbita del soggetto dipendente, ovvero la famiglia, gli amici, lo stesso psicoterapeuta.
Adolescenza e gioventù quasi mai coincidono con spensieratezza e leggerezza, nonostante il senso comune possa portare a pensare il contrario.
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La malinconia, (termine da intendersi non nell’accezione psichiatrica di depressione psicotica) quando si unisce all’insoddisfazione cronica, si configura come uno stato d’animo di “vaga tristezza”, un indugiare talvolta compiaciuto, intriso di tedio verso chiunque e qualsiasi cosa.
L’avvicinarsi del Natale, con tutta la correlata retorica dei buoni sentimenti e del supposto “calore” familiare, suscita reazioni per lo più compatibili con la modalità che ciascuno usualmente e spesso inconsciamente ha di rapportarsi all’altro.
Per alcuni è la notte il momento in cui un certo malessere psichico si fa sentire.
L’invidia è il sentimento distruttivo per eccellenza. Parente dell’odio, non coincide completamente con esso, rappresentandone il volto peggiore, il lato più oscuro e più prossimo alla morte.
I poeti più degli altri lo intuiscono: il dolore ha una funzione, troppo spesso ignorata. Ed è precisamente quella di rinnovare lo spirito, assopito nelle abitudini, nella routine, nel tran tran del quotidiano.
Molte impasse negli amori fra i giovanissimi oggi sembrano legarsi non tanto ad una difficoltà di comunicazione fra i sessi, cosa più tipica di generazioni passate, bensì ad un cinismo e ad un disincanto che bloccano e cristallizzano la conoscenza prima ancora che essa possa iniziare.
Il grado di assenza del contributo del paterno allo sviluppo psichico di un individuo non lo si stabilisce né sulla base della presenza del padre fra le pareti di casa, né su quella della quantità di parole che rivolge ai propri figli.
La curiosità, intesa come stato di meraviglia davanti alle cose che spinge incessantemente a volerne penetrare più a fondo lo sfuggevole significato, è un’attitudine mentale benefica per la psiche, nella misura in cui la mantiene viva proteggendola dagli agguati di ansia e depressione.
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Uno dei fattori terapeutici per eccellenza in gioco in una psicoterapia è l’accoglienza dell’altro senza condizioni, che si traduce operativamente in un ascolto inedito, in un’esperienza di difficile reperimento all’interno di altre situazioni relazionali.
Uno scopo del lavoro terapeutico, forse il principale, è promuovere una sorta di “rilancio” vitale, una nuova fiducia nelle proprie possibilità espressive in opposizione a noia e disincanto, a frustrazione e senso di impotenza.
La riproposizione senza sosta in seduta di tematiche relative all’apparire connesse ad un certo uso cronachistico della parola e ad un atteggiamento supponente, può balzare all’orecchio del clinico come il segno rivelatore della vera sofferenza di fondo del suo assistito, talmente imprigionato in una miriade di maschere “sociali” da ritenerle le uniche realtà esistenti.
La sofferenza depressiva costituisce il terreno d’elezione sui cui si innesta la maggior parte delle problematiche alimentari di natura psicologica.
L’infanzia quasi sempre è il tempo in cui iniziano a depositarsi i germi di un malessere psichico che si svilupperà successivamente nella giovinezza e poi nell’età adulta.
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La paura in questi giorni di incertezza aggredisce tutti. I coinvolti non sono solo certe categorie di persone, gli ansiosi o gli ipocondriaci.
Sulla città metropolitana è calato il silenzio, rotto soltanto dallo sferragliare dei tram vuoti e dalle grida delle ambulanze in corsa.