Gli insegnamenti del dolore
Il dolore fisico, entro una certa soglia, ha l’effetto di intensificare anziché di diminuire la lucidità mentale degli esseri umani.
Il dolore fisico, entro una certa soglia, ha l’effetto di intensificare anziché di diminuire la lucidità mentale degli esseri umani.
La prima metà di agosto è alle spalle; il mese di settembre, come ogni anno, non sembra più così lontano.
Il mare, la montagna o la semplice campagna, se vissuti non come mere evasioni estive, possono rivelarsi molto spesso delle vere e proprie cure rigeneranti per la mente.
Il perdono va distinto dalla riconciliazione, con la quale spesso viene confuso e sovrapposto.
Una delle situazioni che spesso spinge a chiedere aiuto psicoterapeutico è il trovarsi invischiati in relazioni frustranti, fortemente sbilanciate dal punto di vista emotivo, senza tuttavia riuscire a trovare la forza di uscirne.
Oggigiorno tra i giovani (ma anche tra molti adulti) sembra che il sentimento dell’amore non possa più sganciarsi dall’influsso del mondo dei social, con i quali le persone si cercano, si inquadrano e si studiano.
l valore terapeutico dell’arte è indubbio, sia sul piano della fruizione che della produzione in prima persona dell’opera. Purtroppo quando si pensa all’arte troppo spesso si fa riferimento ad un concetto astratto e lontano, oppure ci si ancora alle mode e a quello che propone il mercato.
Il termine “friend zone” viene comunemente utilizzato per indicare le situazioni di stallo ed ambiguità fra due persone che, pur stabilendo un legame di vicinanza che sembra gettare le basi per sviluppi futuri, di fatto non intrecciano una relazione di natura amorosa.
Possono essere coscienti o più nascoste, tormentare di giorno o per lo più la notte; le ossessioni si differenziano dalle semplici preoccupazioni per una sorta di pertinacia, spesso sganciata da motivi reali, che le rende adesive e difficili da sciogliere tramite un semplice atto di volontà.
In questi tempi di incertezza e angoscia sul piano sociale si assiste ad un incremento di sentimenti depressivi: le persone vedono svanire orizzonti ed opportunità, si sentono impedite, rinchiuse, costrette ad affrontare rinunce e sacrifici supplementari.
La lucidità nell’inquadrare correttamente persone e situazioni può essere offuscata da una serie di fattori che fanno interferenza con una lettura equilibrata delle cose.
La rabbia è un’emozione che nasce dentro di noi ogni volta che abbiamo la sensazione di venire sopraffatti da qualcuno o da qualcosa.
Per affrontare la recrudescenza della pandemia e delle limitazioni che stanno impattando pesantemente sulle nostre vite, per ritrovare un po’ di serenità pur nel disagio e nelle preoccupazioni, è necessario rendersi conto di alcune dinamiche psicologiche tossiche in cui ci andiamo inavvertitamente ad avviluppare (traendone anche delle soddisfazioni malate).
Il campo delle discipline psicoterapeutiche ad orientamento psico dinamico tende a distinguere un narcisismo “sano” da un “narcisismo malato”.
La questione dell’efficacia della psicoterapia assilla non soltanto coloro che si accostano ad essa, mossi dall’ansia di venire a capo dei loro problemi, ma parimenti angustia gli stessi addetti ai lavori, sempre in bilico fra successi e fallimenti terapeutici.
In questi giorni di grande chiusura, in cui in molti si trovano in difficoltà perché a tu per tu con un grande vuoto di parole, un antidoto veramente potente è costituito dalla lettura.
Molti malesseri psicologici oggigiorno si connettono ad una scarsa coscienza di sé stessi e delle dinamiche elementari che regolano la vita, dando luogo frequentemente a circoli viziosi di erranza e sbandamenti.
La famiglia è strutturalmente “oppressiva”, nella misura in cui i genitori, anche i più illuminati, inevitabilmente tramite l’educazione introducono dei limiti e trasferiscono convincimenti e modalità di comportamento che non sempre si adattano al meglio alla natura dei figli.
Il prezzo da pagare dell’approccio moderno alla depressione, che la riconosce come una malattia da curare esclusivamente con i farmaci confidando nella possibilità della sua eradicazione completa, è la sua cronicizzazione.
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Nell’ascolto della sofferenza depressiva si possono cogliere delle sfumature specifiche che riguardano rispettivamente gli uomini e le donne.
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“Naturalmente sono anche filofobico” mi disse una volta “en passant” un paziente, mentre cercava di chiarire la natura composita dell’angoscia di cui pativa nelle relazioni e l’effetto invalidante che essa aveva nella sua vita.
Un buon lavoro di analisi ha sempre come effetto indiretto un certo ridimensionamento delle aspettative nei confronti degli altri. Esso non va inteso come sviluppo di un atteggiamento disincantato (e al fondo risentito) del tipo “non mi aspetto più niente da nessuno”. In quel caso avremmo una rinuncia alla possibilità di fidarsi del prossimo, cosa che non rientra certo negli scopi di un lavoro su se stessi.
Il rapporto che una donna intrattiene con il proprio corpo non è mai del tutto sereno, anche quando esso rientra nei canoni di bellezza oppure è oggetto di ammirazione da parte dell’altro.
Non esiste psicoterapia senza lamento. Fatto ovvio, scontato. Chi chiede aiuto sta male, chi sta male si lamenta. Il lamento tuttavia può essere transitorio, legato a fatti oggettivamente traumatici, oppure cronico, andando a costituire una vera e propria patologia ai limiti della trattabilità.