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La distruttività fra madre e figlia

"Ravage" ovvero "devastazione" è il termine spesso usato in psicoanalisi per descrivere il rapporto d'amore-odio che logora, a volte fino all'ultimo giorno di vita, molti rapporti fra madri e figlie. Sono soprattutto queste ultime a parlarne con dolore in analisi; le madri invischiate in tali tipi di relazione raramente si mettono in discussione, se non dopo molti anni e a volte in virtù di eventi drammatici che le portano a rileggere i propri atteggiamenti in termini critici.

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Narciso e aridità affettiva

Tutti gli esseri umani sono un po' narcisi, ovvero innamorati della propria immagine ideale. L'immagine infatti, da intendersi in senso più ampio rispetto alla mera apparenza fisica, non è altro che l'Io, la rappresentazione unitaria e coerente di noi stessi. Essa ha un potere fortissimo, fornisce a ciascuno non solo un senso di identità stabile, ma istituisce internamente anche una rivalità aggressiva con se stessi, nella misura in cui la si vuole mantenere lucida e compatta, senza crepe.

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Quando in amore "no" nasconde "sì"

Il "no" di una donna che nasconde la sottostante volontà di dire "si" non è più un fenomeno comunissimo ai nostri giorni, sebbene in alcuni casi non del tutto estinto. Il suo declino come ingrediente tipico del rituale di corteggiamento lo si deve all'emancipazione della donna, non più legata a vecchi cliché di difesa della propria virtù minacciata dalle avances del maschio di turno.

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Ricominciare grazie ad un'analisi

Una delle grandi potenzialità insite nella psicoterapia è la possibilità che offre a chi la intraprende di riprendere in mano la propria vita. Ma che significa nel concreto? Cosa vuol dire ricominciare a vivere pienamente? E perché parlare a chi sa ascoltare ha degli effetti così dirompenti?

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Il mistero nell'arte

La psicoanalisi si è sempre occupata di arte. Freud stesso riteneva che gli artisti cogliessero con immediatezza molte verità a cui la psicoanalisi nella sua elaborazione teorica poteva arrivare solo in virtù di ragionamenti di natura logico deduttiva.

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Sogno e desiderio inconscio

Urn sogno, diceva Sigmund Freud, realizza sempre allucinatoriamente un desiderio, anche quando il suo contenuto "manifesto" non vi appare immediatamente riconducibile. Fin dalla sua nascita la psicoanalisi ha considerato il sogno come "la via regia" d' accesso all'inconscio, una delle manifestazioni privilegiate del suo disvelamento, una prova inconfutabile della sua silenziosa esistenza diurna e del suo raffinato linguaggio.

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Riconoscere la depressione: segni, sintomi e come intervenire

La depressione è un disturbo dell'umore caratterizzato da una tristezza costante, che non se ne va con accadimenti piacevoli, e da una perdita di interesse per qualsiasi attività, anche la più amata. La manifestazione di questo "mal di vivere" avviene tramite sintomi psicologici e fisici e varia da individuo a individuo. In genere il funzionamento lavorativo e sociale della persona colpita viene gravemente compromesso. 

Male oscuro, Aiuto psicoterapeutico , Guarire dai sintomi, Sindrome maniaco depressiva

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Amare l'uomo sbagliato

Perché alcune donne si innamorano sempre dell'uomo sbagliato? Cosa le porta a ripetere in maniera seriale un tipo di scelta che si rivela nel tempo distruttiva? Di solito la risposta è di una semplicità sconcertante: nell'uomo sfuggente ma affascinante, freddo ma a tratti capace di slanci ritrovano la traccia di qualcosa di familiare, qualcosa di già sperimentato nella famiglia di origine.

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L'efficacia della parola

La parola umana racchiude un potere terapeutico enorme. Jacques Lacan in proposito distingueva la parola "vuota" dalla parola "piena", ritenendo solo quest'ultima in grado di produrre effetti di trasformazione. La parola vuota infatti non rappresenta altro che la chiacchiera, il lamento, lo sfogo fine a se stesso, lo sfoggio di cultura. Un parlare cioè senza la tridimensionalità data da un'implicazione in ciò che si dice, senza lo spessore conferito dall'esserci più autentico del soggetto.

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La non accettazione del limite

Che significa rifiutare i propri e altrui limiti? Da dove origina tale attitudine? E quali ricadute ha sulla vita?

Un po' tutti gli esseri umani tendono a non voler accettare la propria castrazione, ovvero la limitatezza del proprio essere e delle sue possibilità espressive e d'azione. Anche i bravissimi, i più talentuosi hanno un punto debole, una macchia cieca che offusca in parte la loro lucidità. È un dato di struttura: la perfezione assoluta non è propria dell'umano, che è tale perché è diviso, lacerato, incompleto.

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Ripartire dopo scelte sbagliate

Come riprendere in mano la propria vita a seguito delle conseguenze nefaste di scelte sbagliate? Come non soccombere alla tentazione di rifugiarsi nel diniego della realtà o nella disperazione? Come non sommare altri errori a quelli già fatti? In altre parole: come arrestare l' "effetto domino" di negatività spesso innescato da un atto impulsivo?

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L'uomo che sa amare

Amare una donna, una sola, profondamente, può non essere semplice e immediato per un uomo. Questi può vivere un intenso sentimento di attrazione verso la compagna, può sperimentare delle emozioni intensissime al suo fianco e tuttavia non riuscire ad amarla.

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La metafora delle due porte in analisi

La psicoanalista francese Colette Soler proponeva una metafora suggestiva per indicare i due tempi che scandiscono un vero lavoro analitico, facendoli corrispondere con l'attraversamento di due porte. La prima soglia da oltrepassare è quella della stanza dello psicoanalista: si deve pur bussare, domandare, compiere un primo passo.

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La pazienza in psicoanalisi

La pazienza, intesa come arte di far fronte alle difficoltà vivendo con tranquillità e fiducia il tempo vuoto dell'attesa, pare essere diventata oggigiorno una virtù in via d'estinzione. La società contemporanea tende infatti a valorizzare il fare come unica via per raggiungere uno scopo, favorendo lo sviluppo di un'attitudine iperattiva che non ammette inciampi sulla via della realizzazione di un progetto o la risoluzione di un problema.

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Il difficile equilibrio tra la donna e la madre

Ogni donna che diventa madre incontra prima o poi un momento in cui sente il richiamo di un desiderio che va al di là di quello di occuparsi di suo figlio. Il suo essere semplicemente madre ad un certo punto non le basta più, la dedizione totale si allenta e riaffiora un desiderio d'altro.

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Psicoterapia o psicoanalisi?

Il fattore chiave di ogni psicoterapia non orientata dalla psicoanalisi è l'esistenza di un Altro con la A maiuscola che dice quello che bisogna fare. Il soggetto che soffre obbedisce alle sue prescrizioni e attende da lui approvazione. Il suo "sì" e il suo "no" dominano e orientano la cura.

Questo modo di intendere la terapia si basa sulla valorizzazione dell'identificazione. Se fai quello che ti dico di fare, se fai come me, se aderisci al modello che ti propongo sei salvo. C'è un dominio dell'immagine dell'Altro esercitata sull'Io del soggetto.

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Lo scarto fra atto e pensiero

Ai nostri giorni siamo abituati a pensare che le azioni non derivanti da un ragionamento logico basato sul calcolo dei costi benefici siano di natura semplicemente impulsiva. Tendiamo cioè a bollare come irrazionali gli atti che non rispondono al principio dell'utile, che non tengono conto della conservazione del bene individuale.

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Impotenza in amore: quando è una difesa dal femminile

L'impotenza maschile spesso viene considerata come una problematica di ordine eminentemente fisico, che esclude dinamiche di natura psichica. La psicanalisi invece riconosce alla sua base dei precisi meccanismi mentali inconsci, che hanno a che fare con la fuga dal femminile, vissuto come troppo castrante o divorante.

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Depressione: due effetti opposti

L'effetto più noto e conosciuto della depressione é senz'altro un'importante paralisi di ogni spinta vitale. Il depresso annega lentamente in uno stagno di immobilismo assoluto, che lo rende incapace di muoversi e di portare avanti qualsiasi scelta.

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Anoressia e desiderio dell'Altro

L'anoressia è quasi invariabilmente la spia di qualcosa che è andato storto durante l'infanzia in relazione al luogo che il bambino ha occupato nel desiderio della madre. Egli è stato cioè o l'oggetto esclusivo della sua soddisfazione, oppure al contrario non ne ha catalizzato sufficientemente l'interesse.

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