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Il valore dei "no" del padre

La più importante e strutturante forma di limite che un essere umano normalmente dovrebbe incontrare agli albori della sua esistenza è quella incarnata dalla figura paterna. Alla necessaria fusionalità con la madre sarebbe cioè auspicabile che seguisse una "castrazione simbolica" operata dal padre, il quale, riattirando su di sè il desiderio della donna, staccherebbe così il bambino da quel godimento assoluto.

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Non c'è terapia senza autentica sofferenza

Senza una vera, profonda sofferenza non vi è nessuna possibilità di beneficiare di un percorso psicoterapeutico. Perché? Cosa intendiamo per autentica sofferenza? Cosa rende un pianto davvero un' espressione di dolore e non un semplice sfogo o un modo per attirare l'attenzione? Cosa cioè distingue una crisi profonda da una passeggera lamentela che al fondo sottende un desiderio che le cose rimangano tali e quali sono?

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Quando l'ansia è da prestazione

L'ansia da prestazione oggigiorno è molto diffusa a vari livelli, per via della competitività che caratterizza la maggior parte dei contesti sociali. Essere al top, disinvolti, sciolti, positivi, efficienti appare come un vero e proprio diktat che su molti esercita un effetto inibitorio, inducendo un timore sempre crescente di non essere all' altezza delle attese del proprio ambiente.

Ansia da prestazione, Ansia patologica

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Tristezza o depressione?

Come riconoscere la differenza fra un periodo critico, in cui ci si trova ad affrontare una delusione o una perdita, e l'instaurarsi di un vero e proprio affetto depressivo? Cosa distingue la sofferenza, il patire un dolore, lo stare male da una condizione clinica?

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Quando il malessere si fa corpo

Una sofferenza emotiva intensa ma negata, un desiderio soffocato possono trovare come unica via di sfogo quella somatica. Possono cioè trasformarsi in dolori fisici di varia natura, che l'indagine medica definisce "psicosomatici" nella misura in cui non riesce a trovare una chiara eziologia organica.    

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I doni della vita

Nell'immaginario collettivo si pensa che la fortuna nella vita coincida con il benessere materiale. Bellezza, danaro, salute sembrano essere le basi necessarie per accedere alla felicità, intesa come condizione di piacere e di armonia senza strappi. In quest'ottica la malattia, la povertà, la deformità fisica, la vecchiaia sono dei mali assoluti, delle vere e proprie catastrofi che minano irrimediabilmente qualsiasi aspirazione verso la pienezza.

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Paura d'amare

Sembra un paradosso, eppure accade. Capita di aver paura d'amare, di temere proprio la fonte stessa della felicità. E questo non soltanto quando non siamo sicuri dei sentimenti dell'altro. Al contrario è proprio nel momento in cui l'amore è pienamente, intensamente ricambiato che irrompe l'angoscia.

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La misura individuale della felicità

Tutte le domande di aiuto nelle loro varie forme sono accomunate da un'interrogazione di fondo, più o meno sofferta, rispetto al senso del proprio stare al mondo. Cosa mi rende davvero felice al di là dell'avere, delle aspettative sociali, di un certo rassicurante conformismo?

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Sostare nell'incertezza

Per tutti noi è molto difficile a volte sospendere il giudizio e vivere serenamente il presente nonostante l'incertezza della situazione che ci troviamo ad affrontare. C'è in noi un bisogno di controllo intimamente legato alla necessità di dare un senso a ciò che ci accade, che tuttavia rischia di condurci verso pensieri ed azioni che ci allontanano anziché avvicinarci ad una risoluzione del conflitto che stiamo attraversando.

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Quando la spinta alla performance blocca

A molti può capitare nel corso della vita di bloccarsi davanti ad un compito che comporta la presa di parola in presenza dello sguardo di altri esseri umani. Un esame, un discorso pubblico, una riunione mettono alla prova la capacità di sostenere lucidamente il nostro pensiero nel qui ed ora dell'incontro con una pluralità di punti di vista, senza possibilità di cancellature, rettifiche o ripensamenti.

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Cambiare prospettiva

Un lavoro psicoterapeutico, se portato a fondo, scolla chi lo intraprende dagli schemi con cui è solito leggere e reagire agli eventi. Spinge cioè a mettersi in discussione, a vedere parti di sè che generalmente restano in ombra e che a ben vedere sono proprio la radice della sofferenza e degli scacchi che vengono patiti nella vita. Spesso però, quando si inizia un percorso, lo si fa sulla scia della sofferenza. E quest'ultima in un certo senso acceca rispetto alle proprie responsabilità.

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Fronteggiare la malattia

La malattia, la lesione, il deteriorarsi di un organo, una parte del corpo per gli esseri umani non sono soltanto fenomeni che investono la sfera somatica. Essi hanno un impatto enorme soprattutto sulla psiche di chi ne viene colpito.

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Il culto moderno dell'apparire

Apparire è senz'altro uno dei principali diktat moderni. L'uomo contemporaneo è cioè pesantemente incalzato, fin dai banchi di scuola, ad esibire agli occhi del suo contesto sociale di appartenenza un'immagine di forza e di successo.

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La malattia "normotica"

Quando si pensa a problematiche di ordine psicologico viene quasi immediato riferirsi a situazioni di disadattamento rispetto alla realtà. Nell'immaginario collettivo cioè la persona sofferente di disturbi psichici è quella che incontra, in maniera più o meno marcata, delle difficoltà nel fronteggiare i compiti e le sfide della vita, preferendo il rifugio nel mondo della fantasia. Questa visione può per certi versi essere condivisibile, benché tenda a ridurre la complessità della questione.

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Obesità e amore

L'obesità è una problematica dei nostri tempi. Figlia del consumismo di cui è schiavo l'uomo contemporaneo, indica il trionfo dell'introiezione dell' oggetto come modalità di trattamento dello stato di mancanza che attraversa costitutivamente ogni essere umano.

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Sessualità femminile

Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, scopre un fatto rivoluzionario per la comprensione della sessualità femminile. Anche la bambina, al pari del bambino, attraversa una fase di intenso attaccamento alla madre, che può durare anche molto a lungo.

Sessualità

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Perché parlare ad uno psicoanalista cura?

La parola racchiude in sè una potenzialità terapeutica fortissima. Non a caso una delle prime pazienti di Sigmund Freud usava l'espressione "talking cure", cura della parola, per riferirsi al percorso psicoanalitico che aveva intrapreso per gettare luce su alcuni conflitti psichici che la tormentavano. 

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La depressione: i benefici della parola

Il discorso contemporaneo, nonostante parli molto di depressione, non la ama per nulla. La considera un deficit, una malattia, qualcosa da estirpare e togliere di mezzo il più velocemente possibile. La medicalizza. Ora, se esistono certamente forme la cui gravità non fa venire nessun dubbio sull' opportunità di un intervento terapeutico diretto e mirato ad un loro alleggerimento, la maggior parte dei casi trattati attraverso la mera via farmacologica in realtà ha migliori possibilità di riuscita con un approccio che integra l'uso della parola.

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Il panico e le sue invisibili ragioni

Il vissuto connesso al panico differisce profondamente da quello di un comune attacco d'angoscia, nella misura in cui la violenza e la pervasività con la quale si manifesta sono tali da rendere impossibile il proseguimento di qualsiasi attività.

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Tre tratti tipici dell'isteria

L' isteria, disturbo diffuso ai tempi di Freud e fino a qualche tempo fa presente come categoria a se stante all'interno dei manuali diagnostico statistici dei disturbi mentali, oggi non è affatto sparita, anche se assume delle sembianze un po' diverse rispetto all'epoca del padre della psicoanalisi.

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