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Desiderio d'altro

Una caratteristica strutturale del desiderio umano e' quella di configurarsi come desiderio d'altro. La soddisfazione cioè non produce appagamento e acquietamento della spinta desiderante, ma paradossalmente la fa risorgere nel momento stesso in cui la placa. E' come se, arrivati al culmine della pienezza, inconsciamente ci dicessimo: << e adesso? Che cosa c'è dopo? Cos'altro?>>. Rinnovando la stessa insoddisfazione che ci aveva mosso in partenza.

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Volti dell'insoddisfazione

L'insoddisfazione e' uno stato mentale caratterizzato dalla spiacevole sensazione di non percepirsi a proprio agio nella situazione che si sta vivendo, come se non ci trovassimo al posto giusto nel momento giusto. Implica dunque un rifiuto nei confronti della realtà con la quale si è in contatto e un desiderio di fuga, la spinta a ricercare altrove pienezza e appagamento.

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Vivere nel presente

Un tappeto di nuvole dalla forma o dai colori inconsueti, un ramo secco, un'aria carica di umori autunnali, la figura di un passante sono solo alcune fra le mille impressioni che possono colpirci durante una passeggiata o il tragitto verso il lavoro. Spesso però siamo troppo stanchi, troppo presi nei nostri pensieri per porvi attenzione. La preoccupazione per fatti accaduti o ancora da venire, l'ansia di arrivare, di fare, di sbrigare ci distolgono di fatto dal presente, dalla percezione di essere vivi qui ed ora.

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"Il depresso"

Nella poesia di Alda Merini " Il depresso" troviamo una magistrale descrizione di alcuni tratti tipici della psiche di soggetti che soffrono di depressione, nonché del tipo di relazione che li lega a persone che sono affettivamente coinvolte con loro.

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Sintomo isterico: tra ribellione e schiavitù

Molti soggetti che chiedono un percorso di psicoterapia, soprattutto donne, al di là delle motivazioni contingenti che li portano in cura, finiscono con il rivelare una questione di fondo che li apparenta e li comprende nel variegato continente dell'isteria. Si tratta dell'insoddisfazione del desiderio, spesso veicolata da un sintomo di natura fisica, un dolore o una contrazione di una parte del corpo a cui la medicina non riesce a ricondurre una semplice causa organica.

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Depressione al femminile nella contemporaneità

La donna, rispetto all'uomo, si trova più esposta all'esperienza della depressione. Questo perché per sua struttura ha un rapporto più stretto con la mancanza, con la vulnerabilità, con il non avere. Tendenzialmente l'uomo trova più facilmente una gratificazione nel possesso, nel potere, nella conquista.

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Scacco in amore: pesantezza o superficialità?

Molta sofferenza psichica legata a sentimenti di solitudine o aridità affettiva deriva da una caratteristica tipica della nevrosi ossessiva, ossia il primato accordato all'ordine e alla stabilità. Le scelte affettive vengono dunque subordinate a questa esigenza di controllo, così che i vari partner "ufficiali" sono "selezionati" più sulla base di attributi esterni in linea con il modello auspicato che non a partire da un'autentica spinta desiderante.

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Quando il desiderio si eclissa

Moltissime situazioni di sofferenza psicologica, sia nei giovani che negli adulti, hanno alla base la percezione di essersi persi, di brancolare nel buio, di non sapere più bene che cosa si vuole veramente. Un’insonnia, una certa apatia, un’ansia prima sconosciute ad un certo punto della vita compaiono sulla scena.

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Depressione da confort

La depressione è un affetto che colpisce l’essere umano ogni qualvolta fatica a venire a patti con una perdita significativa. Si può trattare della morte di una persona, di una delusione amorosa, di un de mansionamento lavorativo, di una malattia. Tutte situazioni caratterizzate dall’irruzione di un elemento che destabilizza il tran tran quotidiano, mettendo fortemente alla prova la capacità di farvi fronte da parte di colui che ne viene colpito.

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Lo sguardo dello psicoanalista

Che tipo di sguardo è quello di uno psicoanalista? Che cosa vede quando accoglie un soggetto che gli si rivolge? Come si approccia alla sua sofferenza? Che posizione tiene di fronte ai suoi interrogativi esistenziali, a volte laceranti?

Questo sguardo lo potremmo in un certo senso definire cieco, vuoto. Ovvero privo di giudizio, di aspettative, di fervore indagatorio. E’ uno sguardo che nella sua opacità accoglie la parola, più che l’immagine. La singolarità dell’essere, più che l’apparire.

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Siamo vittime o responsabili?

E' incontestabile la subordinazione di ciascun essere umano all'ambiente che lo accoglie fin dal suo ingresso nel mondo. Il desiderio dei genitori, le loro ambizioni e aspettative condizionano e plasmano inevitabilmente la materia che costituisce ogni soggettività. Facendo sì che essa sia sempre frutto di un passato, di una storia, di un Altro che ci ha preceduto.

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Creatività o compiacenza?

In psicoanalisi utilizziamo il termine creatività non solo per indicare la capacità di dare vita ad opere d’arte. Sulla scia dell’insegnamento di Donald W. Winnicott, per noi acquista un significato più ampio, nella misura in cui la intendiamo come quell’atteggiamento di fondo nei confronti della realtà esterna che sta alla base dell’impressione che la vita valga la pena di essere vissuta.

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Sublimazione artistica e difesa nevrotica. Che differenza c'è?

Nell'immaginario collettivo la pratica artistica si avvale della bellezza dell'opera d'arte nel tentativo di rimuovere ciò che di insensato e di brutto accompagna l'uomo nella sua esistenza quotidiana. L'arte si contrapporrebbe quindi alla volgarità del mondo, in una sorta di sua trasfigurazione idealizzante che ne agevolerebbe la vivibilità attenuandone il carattere scabroso.

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Intolleranza alla frustrazione o coraggio?

Siamo abituati a pensare alla non accettazione della realtà come a un dato negativo, tipico di chi si rifiuta di "crescere" e di venire a patti con le frustrazioni a cui la vita inevitabilmente espone. Questa considerazione e' senz'altro valida, appare tuttavia interessante circoscriverla meglio per differenziare internamente la classe dei comportamenti di negazione della realtà.

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Stima e amore

Quando amiamo profondamente qualcuno lo ammiriamo. Il che non vuol dire che ogni volta che aprezziamo una persona di conseguenza la amiamo. Si parla di amore infatti quando l'ammirazione si fonde con un'attrazione su un piano anche fisico. In ogni caso non esiste alcun amore che non comporti pure sentimenti di intensa stima.Che significa stimare l'oggetto del nostro amore?

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L’accoglienza in psicoanalisi

Il trattamento psicoanalitico differisce profondamente da tutte quelle tecniche psicoterapeutiche che hanno di mira la modificazione diretta di comportamenti così detti “disfunzionali” (quali ad esempio depressione, attacchi di panico, ansia, anoressia ecc…).La psicoanalisi infatti considera questi sintomi come la punta di un iceberg, ovvero come delle manifestazioni visibili di un disagio più profondo.

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Trattamenti “self made” della depressione

Spesso si fa riferimento alla depressione come ad un affetto trasversale a molte espressioni sintomatiche. Da un certo punto di vista la potremmo addirittura considerare come primaria, nella misura in cui alcuni comportamenti patologici ben conosciuti che la accompagnano non si rivelano altro che un tentativo inconscio di trattarla.

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La dipendenza affettiva

Dipendere affettivamente da qualcuno non è molto diverso rispetto al divenire schiavi di una droga. Come si riconosce questa condizione di sudditanza? Il segnale più classico è l’impossibilità da parte di uno dei due partner di chiudere una relazione nonostante questa abbia effetti distruttivi sulla sua emotività.

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