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Quando il desiderio si eclissa

Moltissime situazioni di sofferenza psicologica, sia nei giovani che negli adulti, hanno alla base la percezione di essersi persi, di brancolare nel buio, di non sapere più bene che cosa si vuole veramente. Un’insonnia, una certa apatia, un’ansia prima sconosciute ad un certo punto della vita compaiono sulla scena.

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Depressione da confort

La depressione è un affetto che colpisce l’essere umano ogni qualvolta fatica a venire a patti con una perdita significativa. Si può trattare della morte di una persona, di una delusione amorosa, di un de mansionamento lavorativo, di una malattia. Tutte situazioni caratterizzate dall’irruzione di un elemento che destabilizza il tran tran quotidiano, mettendo fortemente alla prova la capacità di farvi fronte da parte di colui che ne viene colpito.

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Lo sguardo dello psicoanalista

Che tipo di sguardo è quello di uno psicoanalista? Che cosa vede quando accoglie un soggetto che gli si rivolge? Come si approccia alla sua sofferenza? Che posizione tiene di fronte ai suoi interrogativi esistenziali, a volte laceranti?

Questo sguardo lo potremmo in un certo senso definire cieco, vuoto. Ovvero privo di giudizio, di aspettative, di fervore indagatorio. E’ uno sguardo che nella sua opacità accoglie la parola, più che l’immagine. La singolarità dell’essere, più che l’apparire.

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Siamo vittime o responsabili?

E' incontestabile la subordinazione di ciascun essere umano all'ambiente che lo accoglie fin dal suo ingresso nel mondo. Il desiderio dei genitori, le loro ambizioni e aspettative condizionano e plasmano inevitabilmente la materia che costituisce ogni soggettività. Facendo sì che essa sia sempre frutto di un passato, di una storia, di un Altro che ci ha preceduto.

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Creatività o compiacenza?

In psicoanalisi utilizziamo il termine creatività non solo per indicare la capacità di dare vita ad opere d’arte. Sulla scia dell’insegnamento di Donald W. Winnicott, per noi acquista un significato più ampio, nella misura in cui la intendiamo come quell’atteggiamento di fondo nei confronti della realtà esterna che sta alla base dell’impressione che la vita valga la pena di essere vissuta.

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Sublimazione artistica e difesa nevrotica. Che differenza c'è?

Nell'immaginario collettivo la pratica artistica si avvale della bellezza dell'opera d'arte nel tentativo di rimuovere ciò che di insensato e di brutto accompagna l'uomo nella sua esistenza quotidiana. L'arte si contrapporrebbe quindi alla volgarità del mondo, in una sorta di sua trasfigurazione idealizzante che ne agevolerebbe la vivibilità attenuandone il carattere scabroso.

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Intolleranza alla frustrazione o coraggio?

Siamo abituati a pensare alla non accettazione della realtà come a un dato negativo, tipico di chi si rifiuta di "crescere" e di venire a patti con le frustrazioni a cui la vita inevitabilmente espone. Questa considerazione e' senz'altro valida, appare tuttavia interessante circoscriverla meglio per differenziare internamente la classe dei comportamenti di negazione della realtà.

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Stima e amore

Quando amiamo profondamente qualcuno lo ammiriamo. Il che non vuol dire che ogni volta che aprezziamo una persona di conseguenza la amiamo. Si parla di amore infatti quando l'ammirazione si fonde con un'attrazione su un piano anche fisico. In ogni caso non esiste alcun amore che non comporti pure sentimenti di intensa stima.Che significa stimare l'oggetto del nostro amore?

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L’accoglienza in psicoanalisi

Il trattamento psicoanalitico differisce profondamente da tutte quelle tecniche psicoterapeutiche che hanno di mira la modificazione diretta di comportamenti così detti “disfunzionali” (quali ad esempio depressione, attacchi di panico, ansia, anoressia ecc…).La psicoanalisi infatti considera questi sintomi come la punta di un iceberg, ovvero come delle manifestazioni visibili di un disagio più profondo.

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Trattamenti “self made” della depressione

Spesso si fa riferimento alla depressione come ad un affetto trasversale a molte espressioni sintomatiche. Da un certo punto di vista la potremmo addirittura considerare come primaria, nella misura in cui alcuni comportamenti patologici ben conosciuti che la accompagnano non si rivelano altro che un tentativo inconscio di trattarla.

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La dipendenza affettiva

Dipendere affettivamente da qualcuno non è molto diverso rispetto al divenire schiavi di una droga. Come si riconosce questa condizione di sudditanza? Il segnale più classico è l’impossibilità da parte di uno dei due partner di chiudere una relazione nonostante questa abbia effetti distruttivi sulla sua emotività.

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Menomazione, morte e plus di vita

Una menomazione fisica permanente, qualsiasi sia la forma che assume, porta dentro la vita di chi la patisce un frammento di morte. Anche se la lesione non intacca direttamente o non compromette irreversibilmente le funzioni vitali di chi ne è colpito, qualcosa che ha a che fare con la morte fa irruzione e si insedia nella sua vita.

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Depressione e creatività

Sembra un controsenso, eppure chi è predisposto verso affetti depressivi spesso mostra anche tratti di originalità e creatività, che in genere possiamo riscontrare nel variegato campo delle arti. L’apparente contraddizione è evocata dalla paralisi e stagnazione associate alla depressione, che contrastano con l’idea dell’attività e dell’energia insite nell’atto creativo.

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Amore fraterno o passionale?

E’ ormai luogo comune e del tutto assodata la non esistenza di una sola forma d’amore. Spesso nelle convinzioni e nei detti popolari si ripropone in vario modo un dualismo della vita amorosa sul quale la psicoanalisi si è interrogata fin dalla sua nascita, senza parlare della ricerca che da sempre ha messo a lavoro filosofi, letterati e poeti.

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L’amore è una supplenza?

Secondo lo psicoanalista francese Jacques Lacan, l’amore è ciò che supplisce all’inesistenza del rapporto sessuale. Che vuol dire quest’ affermazione? Che significa asserire che non esiste rapporto sessuale? E cosa c’entra l’amore a riguardo?

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Dagli errori si impara...

Uno dei poteri trasformativi della psicoanalisi risiede nella valorizzazione dell’errore, dell’inciampo, come fonte di crescita e di maturazione personale. Questo punto può sembrare contro intuitivo, dal momento che nello stesso tempo un lavoro psicoterapeutico punta a far emergere la responsabilità personale, dunque in un certo senso non assolve l’individuo, spingendolo a confrontarsi con se stesso.

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Amare se stessi nell'altro o l'altro per quello che è?

 

Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, era convinto che l'amore tra uomo e donna potesse essere alla fin fine ridotto a due tipologie: l'amore di appoggio e l'amore narcisistico.
Il primo caso riguarda l'investimento amoroso nei confronti di una persona che svolge una funzione materna, di cura, di sostegno.

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Perché il nevrotico e' sempre un po' infantile?

 

Partiamo dal presupposto che la normalità assoluta e' un concetto inapplicabile alla psiche umana. Siamo in effetti tutti un po' nevrotici, nella misura in cui ci troviamo costretti per struttura a subire rinunce e frustrazioni, in virtù delle quali però possiamo beneficiare dei vantaggi della civiltà e del vivere in società.

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Perché siamo sempre insoddisfatti o inibiti?

Cosa ci impedisce di realizzare davvero le nostre vite? Perché rimaniamo così facilmente impigliati nelle aspettative degli altri a tal punto da smarrire la bussola interiore dei nostri desideri più profondi? Cosa ci trattiene in realtà? Perché siamo sempre insoddisfatti o inibiti?

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