Il ricorso alle sostanze nella modernità
E’ curioso come il consumo di sostanze stupefacenti faccia parte della storia dell’umanità, ma come solo dalla seconda metà del diciannovesimo secolo in poi si sia iniziato a parlare di tossicodipendenza.
E’ curioso come il consumo di sostanze stupefacenti faccia parte della storia dell’umanità, ma come solo dalla seconda metà del diciannovesimo secolo in poi si sia iniziato a parlare di tossicodipendenza.
Durante un’analisi si parla. Se si segue il filo dell’associazione libera viene dato il via ad un flusso di parole, che assume la consistenza di una massa solo in apparenza informe. In realtà è possibile leggervi in filigrana un’organizzazione ed una logica, al di là della ridondanza di superficie.
L'anoressia – bulimia si configura come una forma di sofferenza tipica del sesso femminile e dell’età puberale. Essa si lega nella quasi totalità dei casi alla percezione di una carenza d’amore.
Cosa spinge alcune donne a ricercare nella vita sempre le stesse tipologie di uomini che fanno soffrire? Perché sono irresistibilmente attratte dal tormento in una relazione? E perché solo nel dolore riescono a sentirsi vive, ad avere cioè il senso non tanto di essere amate ma di amare?
A tutte le donne è capitato nel corso della loro vita di imbattersi in un uomo narcisista. Non a tutte è però successo di innamorarsene. Di solito la donna che cade preda di questa tipologia di uomo non se ne innamora una volta soltanto nella vita. Tende fatalmente a ripetere la scelta, sulla scia di un fantasma paterno molto ingombrante.
Quando ci approcciamo a qualcosa o a qualcuno che ci cattura nel profondo ci succede frequentemente di avvertire una spinta a indietreggiare. A ritrarsi, a sfuggire la situazione o la persona in questione. Questo fatto appare inconciliabile con una visione semplicistica del desiderio umano, che tende ingenuamente a collocarlo in un rapporto sereno e non conflittuale con il suo oggetto.
Come è noto, il fenomeno anoressico bulimico tende a presentarsi per la prima volta durante l’età adolescenziale. Se oggi assistiamo all’emergenza del sintomo anche in altre fasi della vita, è pur vero che la sua comparsa avviene elettivamente nel periodo di passaggio dall’infanzia alla vita adulta.
Esistono stati depressivi che comportano l’esperienza di un dolore talmente intenso e insopportabile per i quali appare senz’altro opportuno l’uso del farmaco. E’ bene però sottolineare come il ricorso alla cura medica andrebbe circoscritto per l’appunto solo ai casi menzionati, quando cioè il dolore assume una forza tale da spingere chi lo patisce ad atti estremi, pur di liberarsene. Il farmaco ha dunque un’utilità innegabile e preziosa in quanto fattore protettivo nei confronti dell’eventualità di condotte autolesive.
Senz’altro la famiglia gioca un ruolo nella genesi di un disturbo della condotta alimentare. Non dobbiamo però pensare che ne sia tout court la causa, dato che il sintomo ha sempre un valore individuale e soggettivo per chi lo patisce e non è mai semplicemente l’espressione del malessere della famiglia.
Come è noto l’anoressia si presenta come una pratica di controllo e di riduzione della spinta ad alimentarsi. Sotto questo profilo le restrizioni alimentari che impone potrebbero essere paragonate al digiuno dei mistici.
L’esperienza clinica ci insegna come la depressione colpisca maggiormente il sesso femminile. E’ infatti accertata una maggiore vulnerabilità della donna nei confronti dell’affetto depressivo. Ma perché? Cosa la predispone a scivolare più facilmente rispetto all’uomo nella tristezza e nell’apatia?
Tra panico e depressione c’è un legame molto stretto. La forma depressiva che colpisce chi soffre di panico si caratterizza per la predominanza di un senso di rinuncia alla vita, a cui seguono apatia e demoralizzazione.
Esiste un rapporto fra panico e figura paterna, o meglio fra panico e funzione paterna.
L’angoscia colpisce tutti gli esseri umani, nessuno escluso. Non va confusa con il panico, in cui predomina la sensazione del completo fuori controllo.
Jacques Lacan (nel testo I complessi familiari nella formazione dell’individuo ) usa a proposito dell’anoressia l’espressione “desiderio della larva”.
Anoressia e bulimia sono due declinazioni dello stesso fenomeno.Non hanno nulla a che fare con la spinta ad esibire un corpo curato e alla moda. Nono sono nemmeno disturbi dell’appetito.Toccano piuttosto il tema dell’amore. Della delusione d’amore. Del dubbio sull’autenticità dell’amore dell’Altro.
Innanzitutto occorre una precisazione. E’ innegabile che un disturbo del comportamento alimentare non riguardi solo la sfera dell’alimentazione. Non costituisca cioè un puro problema di appetito bensì la punta di un iceberg, la manifestazione visibile di difficoltà della sfera psichica, che affondano le loro radici nella storia individuale.
Prima guerra mondiale. Helene trascorre la sua infanzia in una cittadina di provincia dell’impero russo. Boris, il padre, sempre assente dalla scena familiare e cieco di fronte ai tradimenti della moglie, è un uomo d’affari, che si arricchisce a dismisura approfittando delle opportunità commerciali offerte dalla guerra.
Biglia e Rospo sono due ragazzini molto diversi. L’uno studioso, un po’ timido, ancora acerbo nel corpo. L’altro allergico alla scuola, chiacchierone, fisicamente prestante. Stanno bene insieme, sono amici. Tra loro c’è uno scambio spontaneo e vivace, al di là delle differenze caratteriali. La presa di giro, quando c’è, è lieve, non punta a distruggere ma esprime l’attrazione di fondo per la particolarità dell’altro.
Provincia francese. Gli albori della prima guerra mondiale. Due ragazzi, Pierre Hardelot e Agnes Florent, si amano, senza dirsi nulla: puro piacere di stare insieme e sguardi che si riconoscono. <<Era felice, Agnes era lì. Erano insieme>>. L’ostacolo al loro amore è costituito dalla disparità sociale delle famiglie. Piccolo borghesi entrambe, quella di lui è proprietaria di una fabbrica, che necessita capitali per nuovi investimenti.
Scegliere non coincide semplicemente con il pensare. Non consegue direttamente da una catena di pensieri o dalle conclusioni di un ragionamento. Comporta un salto, una discontinuità rispetto al piano della pura elaborazione mentale. E’ un momento a sé stante. Implica un atto.
Jacques Lacan, noto psicoanalista francese, diceva che il rapporto sessuale non esiste. Egli asseriva che non fosse mai possibile "fare uno" con l’altro attraverso la sessualità.
E'difficile riassumere in poche righe la molteplicità delle motivazioni per cui una psicoanalisi ha effetti terapeutici. Mi piacerebbe circoscrivere questa riflessione al tema della “castrazione” che, sulla base della mia esperienza e sensibilità, ha un valore centrale per intendere il senso dell’efficacia di una psicoanalisi.
All’interno di questo testo Kafka ripercorre le sue difficoltà negli ambiti del lavoro e dell’amore. Ricordiamo come Freud considerasse le capacità di lavorare e di amare come i principali banchi di prova del benessere psichico di una persona. Lavorare e amare con passione ed equilibrio rivelano il grado di felicità di un uomo.