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Anoressia - bulimia: il vuoto e il pieno

Anoressia e bulimia sono due declinazioni dello stesso fenomeno.Non hanno nulla a che fare con la spinta ad esibire un corpo curato e alla moda. Nono sono nemmeno disturbi dell’appetito.Toccano piuttosto il tema dell’amore. Della delusione d’amore. Del dubbio sull’autenticità dell’amore dell’Altro.

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Anoressia-bulimia: due facce della stessa medaglia

Innanzitutto occorre una precisazione. E’ innegabile che un disturbo del comportamento alimentare non riguardi solo la sfera dell’alimentazione. Non costituisca cioè un puro problema di appetito bensì la punta di un iceberg, la manifestazione visibile di difficoltà della sfera psichica, che affondano le loro radici nella storia individuale.

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Il bullismo visto dalla compagnia teatrale Quelli di Grock. Osservazioni sullo Spettacolo “Io me ne frego”.

Biglia e Rospo sono due ragazzini molto diversi. L’uno studioso, un po’ timido, ancora acerbo nel corpo. L’altro allergico alla scuola, chiacchierone, fisicamente prestante. Stanno bene insieme, sono amici. Tra loro c’è uno scambio spontaneo e vivace, al di là delle differenze caratteriali. La presa di giro, quando c’è, è lieve, non punta a distruggere ma esprime l’attrazione di fondo per la particolarità dell’altro.

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Irene Nemirovsky: I doni della vita

Provincia francese. Gli albori della prima guerra mondiale. Due ragazzi, Pierre Hardelot e Agnes Florent, si amano, senza dirsi nulla: puro piacere di stare insieme e sguardi che si riconoscono. <<Era felice, Agnes era lì. Erano insieme>>. L’ostacolo al loro amore è costituito dalla disparità sociale delle famiglie. Piccolo borghesi entrambe, quella di lui è proprietaria di una fabbrica, che necessita capitali per nuovi investimenti.

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L’atto della scelta

Scegliere non coincide semplicemente con il pensare. Non consegue direttamente da una catena di pensieri o dalle conclusioni di un ragionamento. Comporta un salto, una discontinuità rispetto al piano della pura elaborazione mentale. E’ un momento a sé stante. Implica un atto.

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Il valore della psicoanalisi

E'difficile riassumere in poche righe la molteplicità delle motivazioni per cui una psicoanalisi ha effetti terapeutici. Mi piacerebbe circoscrivere questa riflessione al tema della “castrazione” che, sulla base della mia esperienza e sensibilità, ha un valore centrale per intendere il senso dell’efficacia di una psicoanalisi.

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Lettera al padre di Franz Kafka: il lavoro e l’amore

All’interno di questo testo Kafka ripercorre le sue difficoltà negli ambiti del lavoro e dell’amore. Ricordiamo come Freud considerasse le capacità di lavorare e di amare come i principali banchi di prova del benessere psichico di una persona. Lavorare e amare con passione ed equilibrio rivelano il grado di felicità di un uomo.

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Lettera al padre di Franz Kafka: il forte e il debole

In questo testo lo scrittore Franz Kafka si rivolge direttamente al padre, rievocando episodi, pensieri e sentimenti dell’infanzia e della giovinezza. Lo scritto appare un accorato tentativo di svelarsi, farsi finalmente riconoscere dal vecchio e giudicante padre, attraverso una lucida esposizione delle ragioni che lo hanno portato a sviluppare il suo carattere introverso e timoroso.

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La depressione: superarla o restarne intrappolati

In alcuni momenti della vita può capitare a tutti di trovarsi in balia di altre persone o di eventi esterni. Così come può accadere di sperimentare la delusione, il tradimento, l’abbandono, la perdita. In queste situazioni possiamo andare incotro a vissuti di depressione, di impotenza e solitudine.

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I vari volti della solitudine

La solitudine è uno stato a cui non si associa invariabilmente un unico modo di sentire. Esistono infatti vari tipi di solitudine, accompagnati da vissuti anche molto diversi, addirittura diametralmente contrapposti.

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Isteria: tra discorso comune e psicoanalisi

Molto spesso, come psicologo che lavora a Milano, mi capita di sentire frasi come “ha fatto una scenata isterica”, “calmati, smettila di fare l’isterico”, “era fuori di sé come un’isterica” ecc…Il termine isteria è dunque usato nel linguaggio comune per nominare quei comportamenti in cui il soggetto, senza essere folle, è dominato da una transitoria emotività, che lo conduce fino a scoppi d’ira o a crisi angosciose.

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