I nuovi vizi
I "nuovi" vizi, ci spiega Umberto Galimberti nel suo "I vizi capitali e i nuovi vizi" sono "cattive abitudini" emergenti, che si differenziano dai così detti vizi "capitali" per tre ragioni.
I "nuovi" vizi, ci spiega Umberto Galimberti nel suo "I vizi capitali e i nuovi vizi" sono "cattive abitudini" emergenti, che si differenziano dai così detti vizi "capitali" per tre ragioni.
"Pensieri di uno psicoanalista irriverente. Guida per analisti e pazienti curiosi" di Antonino Ferro è un testo prezioso nella sua apparente semplicità,
Nel'ultimo film di Silvio Soldini, presentato a Cannes nel settembre 2017, il personaggio di Emma (osteopata non vedente) dà corpo e voce ad una verità semplice e sconvolgente al tempo stesso: "per guarire bisogna soffrire".
Rapporto uomo donna, Aiuto psicoterapeutico , Psicoanalisi lacaniana
Gerard Pommier, nel suo "Del buon uso erotico della collera", dedica un capitolo al tema dell'eiaculazione precoce maschile, offrendo un modello interpretativo che chiama in causa la figura mitica del padre primigenio.
Frances Tustin (insieme a Donald Meltzer) costituisce ancora oggi il più importante riferimento psicoanalitico nel campo della ricerca e della clinica dell'autismo.
Francoise Dolto, nota specialista in psicoanalisi infantile nonchè allieva di Jacques Lacan, in tutti i suoi scritti sostiene con forza l'importanza cruciale della prima educazione del bambino ai fini del futuro sviluppo della sua personalità.
Il dolore psichico profondo assomiglia ad una notte senza stelle, nessuna luna o nessuna luce interiore si accendono a fare da bussola. Emily Dickinson ritrae così la disperazione: nessuna via di uscita, nessuna visione, perdita pura di qualsiasi riferimento.
L'"infinità finita" di cui ci parla Emily Dickinson ha molti punti di contatto con i concetti di "castrazione" e "inconscio" così come li intende la psicoanalisi.
La "sessualità femminile", testo di Sigmund Freud degli anni trenta, svela il legame fra quel tempo della vita in cui per entrambi i sessi l'unico oggetto d'amore era la madre e la difficoltà di accesso per la donna ad un' autentica scelta eterosessuale.
Antonello Correale, nel suo "Area traumatica e campo istituzionale", sostiene una tesi largamente condivisa dai clinici: il disturbo borderline si associerebbe invariabilmente ad un trauma indotto da un oggetto genitoriale percepito come frustrante, indisponibile e umiliante.
Antonello Correale, nel suo "Area traumatica e campo istituzionale", sostiene una tesi largamente condivisa dai clinici: il disturbo borderline si associerebbe invariabilmente ad un trauma indotto da un oggetto genitoriale percepito come frustrante, indisponibile e umiliante.
Christopher Bollas, notissimo psicoanalista "indipendente" della British Psychoanalytic Society, nel suo "L'ombra dell'oggetto" dedica un intero capitolo a quelli che chiama "usi espressivi" del controtransfert.
In “Non conosciamo mai la nostra altezza” Emily Dickinson condensa in immagini una dinamica psichica ben nota agli psicoanalisti, l’indietreggiare passivamente di fronte alla responsabilità.
La poesia "Cuore che ride" di Charles Bukowski racchiude un insegnamento che per ogni pratica psicoanalitica risulta centrale. Nella sua apparente semplicità essa rende molto bene la differenza fra due atteggiamenti apparentemente simili ma profondamente diversi, la resa e l’accettazione come risposte alle avversità della vita.
Un lavoro di analisi spinto fino alla sua conclusione "logica" si differenzia sia da un'interruzione della cura che da una psicoterapia.
La patologia dell'adolescenza oggi si posiziona dal lato del conformismo, non è più imparentata con un'autentica ribellione.
La neuro psicoanalisi nasce intorno al 2000 da un tentativo di neuroscienziati e psicoanalisti di andare oltre il dualismo cartesiano che separa rigidamente mente e cervello, al fine di cogliere cosa c'è di comune fra spirito e materia.
È semplicistico pensare che la modificazione di un atteggiamento o di un modo d'essere nel mondo sia frutto di un processo razionale di analisi dei propri meccanismi e comportamenti, finalizzato a identificarne l'inadeguatezza.
Con il termine psicoanalista lacaniano indichiamo il professionista che pratica la psicoanalisi ispirandosi all'insegnamento dello psichiatra, psicoanalista (e di fatto filosofo) francese Jacques Lacan (1901-1981), portandone avanti l'eredità tramite un atteggiamento di ricerca e di interrogazione continua a partire dalla clinica incontrata nel qui ed ora del tempo presente.
Lo psicoanalista è qualcuno che è chiamato a "sopravvivere" alla distruttività dei suoi pazienti. È il grande insegnamento di D. W. Winnicott ma anche dello stesso Jacques Lacan. Entrambi si riferiscono alla posizione di fondo di uno psicoanalista nella cura, il suo essere cioè intimamente distaccato dalle dinamiche affettive di amore odio, speculari, immaginarie tipiche delle relazioni duali, e nello stesso tempo autenticamente vivo, presente, sveglio, "francamente amorevole" e "francamente in stato di avversione".
Aiuto psicoterapeutico , Psicoanalisi lacaniana, Guarire dai sintomi
Un'analisi non punta semplicemente a sciogliere i sintomi, va ben al di là di una pura risoluzione sintomatica. Quest'ultima è certamente contemplata, tuttavia non è assicurata a priori, in quanto si verifica come effetto di un lavoro che tocca altre corde e che implica un soggetto attivo, non passivamente in attesa di una soluzione che provenga dall'Altro. La psicoanalisi infatti non aggredisce frontalmente il malessere come un nemico da sopprimere, ma lo interroga, ne accoglie le ragioni, gli dà dignità di esistenza.
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Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi è un testo pubblicato negli Scritti che risale al 1953, una sorta di manifesto dell'insegnamento del primo Lacan. Centrale è la messa in valore della parola come riferimento imprescindibile e orientante lo psicoanalista nella sua pratica: la psicoanalisi non ha che un medium: la parola del paziente, unica e irripetibile nello stile.
Ad un terapeuta capita frequentemente di accogliere persone provate da un lutto, spesso toccate da vicino dalla morte per la prima volta. Il senso di continuità delle loro esistenze si interrompe. Là dove era pienezza bruscamente è vuoto, non senso, terra desolata. E questo a più livelli: nel quotidiano, nelle piccole attività di tutti i giorni, nelle relazioni, nell'amore, nel lavoro di sempre
Quando la cura incontra il malessere. Nella mia pratica di psicoanalista incontro quotidianamente persone infelici, stanche, depresse. Il carattere dominante della tristezza si associa poi spesso all'ansia, al panico, ad ossessioni o disturbi somatici. Il quadro è dominato dalla sensazione di non farcela, di non riuscire ad essere all'altezza delle richieste del proprio ambiente di riferimento.