Oggigiorno si è inclini a confondere la “vera” apertura mentale, intesa come tolleranza fondata sulla consapevolezza della complessità propria e altrui, con la semplice accettazione acritica di comportamenti e situazioni una volta condannati socialmente.
In “Narcisismo di vita, narcisismo di morte”, testo di Andrè Green pubblicato nel 1983, troviamo una descrizione approfondita della figura della così detta “madre morta”, frutto delle riflessioni dell’autore intorno a quei pazienti nevrotici le cui analisi (anziché dare centralità ai sintomi nevrotici) girano sostanzialmente intorno alla depressione e alle tematiche narcisistiche connesse.
L’armonia duratura fra due persone che si vogliono bene e si stimano, il sentimento amoroso senza ombre, la propensione ad accogliere positivamente il prossimo anche nelle sue complessità sono minacciate da un unico fattore, ovvero l’aspettativa.
Oggigiorno tra i giovani (ma anche tra molti adulti) sembra che il sentimento dell’amore non possa più sganciarsi dall’influsso del mondo dei social, con i quali le persone si cercano, si inquadrano e si studiano.
Per gli psicoanalisti è un fatto assodato, certi tipi di ansia patologica (non solo l’ansia da prestazione, ovvero quella legata strettamente alle situazioni sessuali) sono molto frequentemente dei correlati o di una sessualità nel presente non del tutto appagante e gioiosa, o di antichi conflitti ancora non pienamente risolti che implicano comunque la sessualità.
L’arte più difficile ma indubbiamente salvifica per l’equilibrio interiore consiste nel vivere il presente senza il pensiero continuo del domani.
Molta sofferenza emotiva dell’adulto è generata da un eccessivo attaccamento alle cose, alle situazioni o alle persone.
Esistono situazioni in cui il sesso, anziché avvicinare i partner, irrimediabilmente li divide. Tipicamente sono quelle in cui i due si incontrano, si incuriosiscono, chiacchierano un po’ e dopo poche ore finiscono a letto.
Molti malesseri psicologici oggigiorno si connettono ad una scarsa coscienza di sé stessi e delle dinamiche elementari che regolano la vita, dando luogo frequentemente a circoli viziosi di erranza e sbandamenti.
Purtroppo ai nostri giorni sempre di più osserviamo forme di disagio legate alla sostituzione del tempo lungo della comprensione con quello breve del giudizio.
Lamentarsi è un ottimo modo per non confrontarsi davvero con se stessi.
Chi lavora con il disagio emotivo lo sa bene: il Natale è in grado, più che di allietare i cuori, di aprire vecchie ferite o di acuire lacerazioni non ancora rimarginate.
La forma depressiva più comune nella contemporaneità è legata a un certo bipolarismo, che non si inquadra perfettamente nella sindrome bipolarebenché mantenga con essa un rapporto di somiglianza di fondo.
In questi tempi di incertezza e angoscia sul piano sociale si assiste ad un incremento di sentimenti depressivi: le persone vedono svanire orizzonti ed opportunità, si sentono impedite, rinchiuse, costrette ad affrontare rinunce e sacrifici supplementari.
Le separazioni consensuali o senza strappi improvvisi non sono trattate frequentemente in psicoterapia.
Possono essere coscienti o più nascoste, tormentare di giorno o per lo più la notte; le ossessioni si differenziano dalle semplici preoccupazioni per una sorta di pertinacia, spesso sganciata da motivi reali, che le rende adesive e difficili da sciogliere tramite un semplice atto di volontà.
Impossibile non avvertire un “grande freddo” in queste settimane, in contrasto con la mitezza e la pace ritrovata della natura che filtra dalle nostre finestre, intorno alle quali ci aggiriamo più di quanto non abbiamo mai fatto in precedenza, come alla ricerca di un calore, una conferma, un ricordo di come era ieri e di come sarà domani.
Nella prospettiva junghiana ciò che più urge ai fini del recupero o della conservazione di un buon equilibrio psichico è la coscienza di sé, da intendersi come accoglienza di quegli aspetti inconsci della psiche che la civiltà moderna tende a sopprimere in favore di un adattamento esteriore alle norme sociali.
Il cosiddetto “dating online”, versione ipermoderna del mitico “appuntamento al buio”, sta prendendo sempre più piede soprattutto nelle grandi città, dove incontrarsi paradossalmente è reso più difficile dalla fretta e dall’efficienza che inchiodano su binari spesso eternamente paralleli.
Nella società contemporanea il possesso del denaro, a cui segue quello della gioventù, viene propagandato dai mass media come il valore assoluto a cui dedicare la propria vita.