Ansia e depressione: pluralità di forme ed intrecci
Non esiste depressione clinica che non abbia l'ansia come componente significativa ci insegna Eugenio Borgna nel suo "Le figure dell'ansia".
Non esiste depressione clinica che non abbia l'ansia come componente significativa ci insegna Eugenio Borgna nel suo "Le figure dell'ansia".
La forma depressiva più comune nella contemporaneità è legata a un certo bipolarismo, che non si inquadra perfettamente nella sindrome bipolarebenché mantenga con essa un rapporto di somiglianza di fondo.
Nell’immaginario collettivo, come è noto, è molto diffusa l’’associazione fra depressione e genio creativo: la concezione dell’artista dal carattere irascibile e tempestoso, perennemente soggetto sbalzi di umore, identifica l'uomo dedito alle arti con un personaggio cupo e problematico, benchè originale e capace di entusiasmi travolgenti (che rendono la sua natura complessa e contraddittoria).
Nel testo "Il discorso melanconico" Marie Claude Lambotte espone una tesi originale che tenta di disgiungere la melanconia sia dalla psicosi maniaco depressiva (in cui tende ad essere ricondotta dalla psichiatria) che dal lutto (al quale viene accostata per lo più dalla psicoanalisi).
Il disturbo bipolare (sindrome maniaco-depressiva) non è immediatamente riconoscibile dal disturbo borderline di personalità, perché entrambi hanno in comune una serie importante di sintomi. Inoltre, essendo presenti nei due casi sintomi psicotici, si può creare confusione con la schizofrenia.
"Una mente inquieta" è il racconto autobiografico di Kay Redfield Jamison, psicologa americana affetta dalla sindrome maniaco - depressiva(detta altresì disturbo bipolare).È un testo molto interessante, perché coniuga in maniera inedita il racconto dell'esperienza della malattia con le conoscenze scientifiche possedute a riguardo dall'autrice.