Indecisione cronica e difficoltà terapeutiche
Già il padre della psicoanalisi collocava l’indecisione nel ventaglio dei sintomi della nevrosi ossessiva.
Già il padre della psicoanalisi collocava l’indecisione nel ventaglio dei sintomi della nevrosi ossessiva.
L’ansia, nonostante sia una condizione che tutti noi riconosciamo al volo quando ci siamo dentro, si manifesta in mille modi e con mille motivazioni diverse.
Una problematica molto comune, che può affliggere con diversi gradi di intensità, consiste nella produzione da parte della mente di pensieri indesiderati.
Il disturbo ossessivo-compulsivo costituisce una problematica di natura ansiosa che colpisce l’attività di pensiero, turbata dall’irruzione involontaria di rappresentazioni e idee di carattere negativo o catastrofico.
Capita a tutti di vivere dei momenti di forte indecisione e di disorientamento, soprattutto quando si tratta di scelte delicate che comportano ricadute importanti e segnano irreversibilmente un “prima” e un “dopo”.
L’indecisione è un fenomeno che può sottendere diverse logiche: non tutti i pensieri e i comportamenti contraddittori hanno alla base la stessa dinamica psicologica e non tutti gli atteggiamenti di dubbio e incertezza sono da considerare in senso patologico.
Cosa intendiamo per ossessività? In cosa si distingue da un delirio? È sempre valida la loro rigida separazione? Che senso e che scopo ha una diagnosi nell’orizzonte della cura?
Il termine depressione maggiore viene utilizzato per indicare uno stato depressivo di rilevanza clinica, invalidante e di forte intensità, che può durare pochi giorni (configurandosi come un episodio isolato) fino a numerose settimane (stato depressivo cronico).
Per iper razionalità si intende la tendenza ad affidarsi completamente al ragionamento logico quando si ha a che fare con situazioni che implicano intuizione, coscienza di sè e contatto con la parte emotiva più profonda.
Nel “La freccia ferma” troviamo l’interessante capitolo “Un mondo dentro l’altro”, in cui Fachinelli tenta di ricostruire l’eziologia della nevrosi ossessiva, ancorandola ad una “rete interpersonale di rapporti e desideri” e distanziandosi dunque dalla causalità pulsionale/organica freudiana.
Eugene Minkowski, medico e studioso appassionato di filosofia, è oggi considerato (assieme all'amico Biswanger) il principale esponente della psichiatria fenomenologica del Novecento.
La rigidità mentale raramente è portata direttamente in seduta come un sintomo che fa sorgere domande e interrogativi su se stessi.
Quando la cura incontra il malessere. Nella mia pratica di psicoanalista incontro quotidianamente persone infelici, stanche, depresse. Il carattere dominante della tristezza si associa poi spesso all'ansia, al panico, ad ossessioni o disturbi somatici. Il quadro è dominato dalla sensazione di non farcela, di non riuscire ad essere all'altezza delle richieste del proprio ambiente di riferimento.