Nel primo capitolo dell’ “Io e l’inconscio” Carl G. Jung istituisce una differenziazione fra contenuti “personali” dell’inconscio e contenuti “collettivi”.
Nella prospettiva junghiana ciò che più urge ai fini del recupero o della conservazione di un buon equilibrio psichico è la coscienza di sé, da intendersi come accoglienza di quegli aspetti inconsci della psiche che la civiltà moderna tende a sopprimere in favore di un adattamento esteriore alle norme sociali.
In generale tutte le scienze umane attribuiscono ai sogni un valore particolare.
Secondo la visione junghiana, nel momento in cui il malessere psichico si impadronisce di un essere umano ci troviamo invariabilmente di fronte ad un crollo del suo orientamento cosciente.