Psicoterapia in studio: come si svolge e perché è efficace
Il setting terapeutico: il valore dell’incontro in un ambiente protetto
La psicoterapia che si svolge in studio, alla presenza dello psicoterapeuta, è da preferirsi rispetto alla psicoterapia online, per via della ricchezza dello scambio non verbale che si viene a creare tra paziente ed analista durante la loro interazione vis a vis.
La psicoterapia online rappresenta un’opzione valida, ma da scegliere soltanto quando esistono impedimenti importanti per raggiungere fisicamente lo studio dell’analista.
L’incontro di persona in un ambiente protetto e silenzioso favorisce molto la riflessione e la concentrazione, nonché la possibilità di lasciarsi andare al flusso della parola e delle libere associazioni.
Il paziente può così sentirsi libero di esprimere i suoi pensieri e le sue emozioni, beneficiando all’occorrenza della presenza e del supporto dello psicoterapeuta.
La domanda di aiuto
Quando uno psicoterapeuta accoglie qualcuno in studio per la prima volta è ben consapevole di quanto non sia stato facile chiedere aiuto. Egli sa anche quanto possa essere difficile aprirsi con un estraneo.
È per questo che l’incoraggiamento a parlare avviene attraverso delle domande, sempre poste con tatto, sensibilità e nel rispetto delle resistenze che normalmente accompagnano il delicato momento del primo incontro.
Nei primi colloqui, grazie alla collaborazione del paziente, si cerca di mettere in forma la problematica e i motivi (spesso inconsci) che fanno soffrire, ricostruendone i legami con gli eventi e le situazioni antecedenti la richiesta di aiuto.
Più si riesce ad andare in profondità in questa fase, più diventa possibile impostare un lavoro ritagliato su misura rispetto alle esigenze della singola persona.
Un percorso personalizzato con l’orientamento psico-dinamico
La psicoterapia ad orientamento psico-dinamico (di derivazione psicoanalitica ma attualizzata rispetto alla psicanalisi classica) non si profila mai come un trattamento standard, essa tiene sempre conto delle differenze individuali proprio in virtù di questo primo momento di indagine, già esso stesso parte del processo terapeutico.
Vedere sotto una luce nuova ciò che fa soffrire, cogliere dei nessi a cui non si aveva mai pensato, soffermarsi a pensare le questioni in maniera diversa (mettendo in discussione l’ovvio) attivano la mente e la avviano verso l’elaborazione e l’integrazione di fatti presenti e passati.
L’alleanza terapeutica: la chiave per il successo della terapia
Anche la motivazione a svolgere una psicoterapia ha un grande valore, proprio perché da essa dipende gran parte del successo della terapia.
La motivazione non coincide soltanto col bisogno di aiuto, con l’aspettativa di trovare qualcuno che risolva direttamente il problema. Essa è anche la consapevolezza, più o meno conscia, di avere una parte attiva che contribuisce a mantenere (e a ripetere) i meccanismi patogeni che tengono sotto scacco.
L’alleanza terapeutica si può stabilire quando emerge questo atteggiamento responsabile, per cui terapeuta e paziente si ritrovano entrambi a lavoro, ciascuno operando secondo le proprie possibilità.
La collaborazione e la fiducia che si vengono a creare fondano la base che sostiene tutto il processo, in cui il paziente è il principale attore e il terapeuta la figura dietro le quinte (via via che il lavoro si intensifica sempre meno attivo e sempre più in posizione di ascolto).
Un processo di trasformazione e benessere
Il ridimensionamento della sintomatologia e il recupero di un possibile benessere sono gli effetti terapeutici che si possono attendere.
È importante che l’aspettativa di guarigione sia realistica, non cada cioè nell’illusione di uno stravolgimento della personalità o di uno smantellamento totale delle difese (esse spesso sono necessarie per il mantenimento di un buon equilibrio psichico).
Il terapeuta da questo punto di vista, grazie alla sua sensibilità clinica, è comunque in grado di modulare il trattamento, garantendo che esso sia adeguato alle necessità del singolo.
L’obiettivo fondamentale resta sempre, una volta valutato il livello di solidità della struttura psichica, la tutela del benessere individuale.