Come difendersi dai manipolatori
Purtroppo viviamo in una società in cui la manipolazione a livello interpersonale è un atteggiamento diffusissimo, così pervasivo da passare inavvertito alle coscienze meno attente.
Purtroppo viviamo in una società in cui la manipolazione a livello interpersonale è un atteggiamento diffusissimo, così pervasivo da passare inavvertito alle coscienze meno attente.
Il Natale, come si sa, nel modo di vivere occidentale ha perso qualsiasi connotazione spirituale. Ormai si può considerare a tutti gli effetti una festa “pagana”, in cui vengono adorati degli idoli più che onorato il mistero.
Se la mancanza di lavoro costituisce un problema, nella misura in cui priva della possibilità di un’esistenza dignitosa e attiva, un impiego non pienamente in linea con la propria personalità rischia di risultare altrettanto mortificante.
È esperienza comune purtroppo imbattersi in insegnanti che non solo non amano particolarmente il proprio lavoro, ma che lo fanno anche di malavoglia, con svogliatezza e senso di frustrazione.
In genere si pensa che le persone si dividano fra impulsive e riflessive, le prime predisposte a decisioni “di pancia”, rapide e magari rischiose, le seconde inclini all’analisi e dunque soggette alla procrastinazione.
Davanti al progressivo aumento nelle nostre città di soggetti provenienti da altri paesi assistiamo ad un parallelo incremento del sentimento dell’angoscia nei cittadini. Perché ci angosciamo? Siamo i soli a sentirci disorientati dal contatto con il diverso o accade anche allo straniero stesso di sentirsi insicuro e diffidente?
Per affrontare la recrudescenza della pandemia e delle limitazioni che stanno impattando pesantemente sulle nostre vite, per ritrovare un po’ di serenità pur nel disagio e nelle preoccupazioni, è necessario rendersi conto di alcune dinamiche psicologiche tossiche in cui ci andiamo inavvertitamente ad avviluppare (traendone anche delle soddisfazioni malate).
Apparire è senz'altro uno dei principali diktat moderni. L'uomo contemporaneo è cioè pesantemente incalzato, fin dai banchi di scuola, ad esibire agli occhi del suo contesto sociale di appartenenza un'immagine di forza e di successo.
Oggigiorno tra i giovani (ma anche tra molti adulti) sembra che il sentimento dell’amore non possa più sganciarsi dall’influsso del mondo dei social, con i quali le persone si cercano, si inquadrano e si studiano.
Sguardo sfuggente, sorriso (se proprio si deve fare) appena abbozzato, spalle ricurve, andatura incerta, tic nervosi, inappetenza.
La lucidità nell’inquadrare correttamente persone e situazioni può essere offuscata da una serie di fattori che fanno interferenza con una lettura equilibrata delle cose.
Sembra scontato, ma non lo è. Alla base di ogni guarigione che si possa dire tale esiste sempre un fortissimo desiderio di guarire, mai astratto ma concreto e reale.
La giovinezza è quel lasso di tempo nella vita di una persona che segue l'adolescenza e prelude all'età adulta. È di durata variabile, generalmente si situa fra i venti ed i trent'anni circa. A differenza dell'adolescenza, connotata per lo più dalla ribellione e dalla spinta violenta alla differenziazione dal contesto di origine, implica la ricerca di una dimensione personale che non sia però più in opposizione netta all'Altro, ma a cui sia permesso un inserimento e una possibilità di realizzazione concreta nella societá.
Prima dell’emergenza Coronavirus una fetta importante di psicoterapeuti era piuttosto scettica sulla fattibilità ed efficacia della psicoterapia così detta “online”.
L’arte più difficile ma indubbiamente salvifica per l’equilibrio interiore consiste nel vivere il presente senza il pensiero continuo del domani.
I social network sono nati, almeno apparentemente, con uno scopo virtuoso: mettere in connessione sconosciuti che altrimenti non avrebbero nessun’altra opportunità di conoscersi, permettendo scambi di informazioni ed idee in tempo reale.
ll campo della psicologia criminale ha sempre affascinato il grande pubblico. Romanzi, film, articoli vari ispirati a grandi delitti ce ne sono sempre stati. Raramente però veniva data la parola direttamente all’assassino, come invece sta accadendo ultimamente.
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