Skip to main content

Quando si domanda la psicoterapia?

La psicoterapia è richiesta generalmente in un momento della vita in cui la pressione di pensieri e di emozioni tumultuosi impedisce di mettere a fuoco lucidamente cosa si vuole davvero.

Lo stallo esistenziale

L’incapacità di prendere delle decisioni e il senso di stallo esistenziale (unitamente all’accentuazione della reattività emotiva) avvolgono di colpo o lentamente, svuotando di senso il quotidiano e riducendo le giornate a puri “tour de force” di sopravvivenza.

Persino le personalità più decise possono incorrere in simili battute d’arresto; ad un certo punto non è più chiaro nulla, tutto nella propria vita  diventa passibile di dubbio e d’incertezza.

Scivolare nelle paludi del pensiero e del sentimento può configurarsi come un percorso graduale, che connota l’intera esistenza e che ad un certo punto porta a non poter più respirare, oppure può arrivare come un evento improvviso, inatteso e completamente sconosciuto. 

Lo scivolamento graduale nel malessere 

Nel primo caso in genere il problema originario risiede in un atteggiamento rinunciatario, troppo sbilanciato nel soddisfare le attese degli altri. Ad esso può sovrapporsi una modalità conformistica, che a sua volta spinge ad uniformarsi a ciò che non necessariamente rispetta la propria interiorità. 

Ne deriva una sorda e crescente insoddisfazione, magari sempre condannata come un difetto da estirpare (anziché adeguatamente inquadrata come il segnale di denuncia di un’esigenza personale rimasta inascoltata). Essa può arrivare ad invalidare la vita al punto tale da non poter più essere ignorata. A questo livello la crisi, una volta conclamata, può diventare un’opportunità di auto conoscenza e produrre significativi rilanci.

La battuta d’arresto improvvisa

Nel secondo caso, quello della battuta d’arresto improvvisa, si può supporre l’incontro con un evento emotivamente molto forte, in grado di far vacillare convinzioni ed atteggiamenti che avevano sostenuto saldamente per anni.

In genere, a seguito di queste particolari congiunture, le persone non capiscono più qual è il loro vero sè. Se si consideravano forti ed indipendenti possono venir spiazzate da una sconosciuta vulnerabilità. 

In psicoterapia finiscono col rendersi conto di aver vissuto una vita costruendo muri e difese, proprio per scongiurare l’incontro con una fragilità che in realtà costituiva il cuore più vero e profondo. 

A forza di proteggere le ferite di vecchia data (spesso risalenti all’infanzia) si può perdere il contatto con la propria sensibilità, al punto tale da venirne travolti a seguito di circostanze particolari (innamoramento vero, malattia, morte persona cara ecc…)

L’utilità della psicoterapia 

Allora sia nel primo che nel secondo caso la psicoterapia può risultare molto utile, perché non solo rimette finalmente  in contatto con quell’autenticità  perduta, ma soprattutto perché lo fa restituendo senso ai sintomi messaggeri del malessere.  

In parole povere la psicoterapia aiuta a capire cosa sta succedendo, permette di inquadrare storicamente la crisi e di utilizzarla come uno strumento conoscitivo.

Correttamente guidate le persone si appassionano in questo percorso di riscoperta di sè. 

Non è comunque tutto facile: in ogni percorso non mancano opacità e battute d’arresto. Guadagnare lucidità e consapevolezza non basta, ci vuole anche qualcosa in più,  una sorta di maturazione interiore profonda e sofferta, sostenuta dalla volontà da parte di paziente e terapeuta di non arrendersi a soluzioni e facili scorciatoie.

Il lavoro psicoterapeutico non è lineare, non è tutto in corsa, la corsa verso la liberazione ideale e definitiva. 

C’è da attraversare molta sofferenza, da dover fare i conti con le difese, con l’umanissimo e ostinato rifiuto del dolore che ogni verità amara porta con sè, dunque con la stagnazione, la regressione, il rischio di interruzione e di fuga.

Tuttavia, se viene mantenuta la fiducia nonostante tutto, una volta prese in carico anche le parti meno belle e desiderabili di sè, l’azione incomincia piano piano ad accordarsi alle esigenze più profonde.

Una volta accettato chi si è certe scelte non appaiono più difficili, perché sono l’esito naturale della ritrovata coerenza con se stessi. Ognuno ha una misura personale della felicità, purtroppo si vive in un contesto storico che proclama un’ideale universale (binomio successo-ricchezza), costringendo in grigie esistenze ed in evitabili gabbie mentali.

Fatto il passo viene finalmente sperimentato un senso d’alleggerimento e di ripresa del flusso vitale, impediti proprio da quelle sovrastrutture psichiche limate, ridotte e a volte del tutto rimosse dal lavoro terapeutico.

Aiuto psicoterapeutico