Skip to main content

Il desiderio isterico

Sia l'ossessivo che l'isterica, corrispondenti per lo più alle posizioni maschile e femminile (anche se mai in maniera perfettamente sovrapponibile), entrano nel campo del desiderio attraverso il medium del desiderio dell'Altro. L'essere umano fin da bambino è un essere desiderante e l'Edipo fornisce una strutturazione simbolica e una regolazione ai suoi desideri, tendenzialmente sfrenati ed anarchici. Durante la fase edipica il piccolo coglie che esiste nell'Altro un desiderio che è al di là di lui. La madre desidera qualcosa che lui non è, tendenzialmente il padre. Dunque non essendo lui il centro del desidero materno, può svincolarsi dalla scomoda anche se ambita posizione di essere chiamato a colmarla. Tale castrazione dei suoi impulsi incestuosi gli permetterà da adulto di rapportarsi sessualmente ad altri oggetti.

Nella nevrosi l'Edipo si compie, il desiderio dell'Altro viene colto, le pulsioni temperate. Residuano tuttavia nell'adulto delle fissazioni edipiche che testimoniano di una difficoltà di accettazione della castrazione simbolica che ha luogo in questa fase. La castrazione nell'inconscio permane immaginariamente come fenomeno punitivo. Tale irresoluzione rende conto di una serie di perturbazioni in rapporto al desiderio nella vita adulta, nella nevrosi ossessiva più sul piano di una sua continua mortificazione, nell'isteria attraverso l'insoddisfazione perenne.

Se nell'ossessivo il desiderio dell'Altro è "tout court" il posto del desiderio (perché è il desiderio connesso al padre, il desiderio del rivale che suscita aggressività e volontà di annientamento), nell'isterica esso è la via d'accesso al desiderio. Ciò spiega bene il perché della sua fissazione allo stato desiderante in quanto tale, alla condizione di desiderare al di là di tutto ciò che sta intorno e che può appagare. Il desiderio in lei si stacca radicalmente dalla domanda, ovvero dalla possibilità di soddisfarsi tramite un oggetto.

L'ossessivo sa cosa desidera, qual è il suo oggetto d'elezione, sa a cosa deve rinunciare, cosa deve perdere per non violare la legge di cui teme la ritorsione. Mentre l'isterica non sa cosa vuole, non desidera un oggetto bensì desidera il desiderio, desidera desiderare. Solo desiderando si sente viva. I suoi desideri non vanno presi alla lettera e non vanno soddisfatti, pena un loro essere accantonati in favore di nuovi. Non è l'oggetto che le interessa veramente, esso è solo un tramite per poter desiderare...

Ora al pari della nevrosi ossessiva anche l'isteria, pur con altre modalità, impedisce di godere pienamente di una realizzazione, condanna ad una sterile superficialità. Se è vero che l'isterica al contrario dell'ossessivo si nutre di desiderio, lo abita, ne è attraversata, nello stesso tempo non ne sperimenta la fertilità. Il tempo della raccolta dei frutti, il tempo della pienezza non arriva mai, essendo sempre alla ricerca di altro. La sua vita è dispersiva, gli entusiasmi si accendono e si spengono velocemente, non sfociando mai in nulla di duraturo perché sempre pronta a buttarsi nel nuovo.

Inoltre l'estrema sensibilità al desiderio dell'Altro, oltre a produrre una pericolosa dipendenza dal fatto stesso di desiderare, ha come altra insidiosa ricaduta l'identificazione all'altro. L'isterica non sa cosa vuole, allora prende a prestito il desiderio dal simile, finisce con il desiderare ciò che desidera lui. Se tale porosità verso il suo prossimo la rende molto abile ad immedesimarsi e a capirne intuitivamente ciò che sente, nello stesso tempo la espone al rischio di smarrirsi, di perdere i confini tra sè e l'altro, in una confusività che allontana da se stessa e dall'individuazione del proprio tratto soggettivo. La gelosia e il confronto continuo con l'esterno la tengono in scacco, impedendole quel distacco necessario per sviluppare una visione più ampia e profonda delle cose.

Nevrosi ossessiva e isteria, in quanto modalità di rapporto al desiderio che affondano radici in un passato antichissimo, non sono posizioni radicalmente modificabili. Non si può uscire dalla struttura. Attraverso l'analisi o altre esperienze esistenziali (non esiste naturalmente solo l'analisi come esperienza conoscitiva e di crescita) possono però mitigarsi molto, soprattutto per ciò che concerne la virulenza della loro sintomaticità. Possono restare dei tratti, delle colorazioni. Ma un'analisi punta al fondo a riconciliare desiderio e godimento, impasto mancato, sebbene in modalità diverse, in entrambe le nevrosi. L'ossessivo potrà conoscere una nuova alleanza fra legge e desiderio, facendo a meno di contrapporli sistematicamente nel gioco del "o l'uno o l'altro". L'isterica sperimenterà un arresto nello scivolamento perenne del desiderio, riuscendo finalmente a vedere il nuovo nello stesso. Ciò non esclude, anzi, la possibilità per entrambi di nuovi incontri, ma getta le basi affinché avvengano secondo modalità fuori serie.

Altri articoli sull'amore

L’uomo narcisista e l’amore

A tutte le donne è capitato nel corso della loro vita di imbattersi in un uomo narcisista. Non a tutte è però successo di innamorarsene. Di solito la donna che cade preda di questa tipologia di uomo non se ne innamora una volta soltanto nella vita. Tende fatalmente a ripetere la scelta, sulla scia di un fantasma paterno molto ingombrante.

Leggi l'articolo

La donna narcisista in amore

Generalmente si tende ad associare la personalità narcisistica al sesso maschile, più che altro sulla base dei racconti delle molte donne che lamentano la freddezza e l'incostanza in amore dei loro partner. L'apparente maggiore frequenza di tratti narcisistici negli uomini si spiega proprio a partire dalla maggiore disponibilità del sesso femminile nel raccontare e denunciare le sofferenze patite all'interno delle relazioni di coppia.

Leggi l'articolo

Amore borderline

L'amore nei confronti di un soggetto borderline, non di rado persona sensibile e coinvolgente, è destinato nel tempo ad essere messo a dura prova dalla sua profonda instabilità, frequentemente frutto di esperienze traumatiche infantili. Tre sono le aree della personalità borderline che impattano fortemente nelle relazioni intime: l'oscillazione continua fra idealizzazione e svalutazione di sè e dell'altro, la rabbia e l'impulsività.

Leggi l'articolo

L'uomo narcisista: il circuito infernale del desiderio

Jacques Alain Miller, erede del pensiero di Jacques Lacan, parla di "circuito infernale del desiderio ossessivo" per descrivere il fenomeno di azzeramento del desiderio sistematicamente operato da uomini così detti "ossessivi" (in gergo meno specialistico diremmo "narcisi" ) all'interno dei loro rapporti amorosi.

Leggi l'articolo

Stima e amore

Quando amiamo profondamente qualcuno lo ammiriamo. Il che non vuol dire che ogni volta che aprezziamo una persona di conseguenza la amiamo. Si parla di amore infatti quando l'ammirazione si fonde con un'attrazione su un piano anche fisico. In ogni caso non esiste alcun amore che non comporti pure sentimenti di intensa stima.Che significa stimare l'oggetto del nostro amore?

Leggi l'articolo

Quando il rifiuto è una domanda d’amore

Il rifiuto, anche quello più ostinato, freddo o rancoroso spessissimo nasconde una domanda disperata d’amore e una profonda paura d'amare. Chi utilizza tale modalità all’interno dei rapporti amorosi ne è come soverchiato, sa che non porterà nulla di buono eppure non ne può fare a meno.

Leggi l'articolo

Il rapporto sessuale e l’amore secondo Lacan

Lacan diceva che il rapporto sessuale non esiste. Non è cioè mai possibile fare Uno con l’Altro attraverso la sessualità. L’uomo e la donna conservano infatti una loro diversità incolmabile, pur nel rapporto sessuale. Che dunque, a rigore, rapporto non è.

Leggi l'articolo

Amare è dare all'altro ciò che non si ha

L'aforisma lacaniano "amare è dare ciò che non si ha" coglie un aspetto fondamentale dell'amore, la generosità. Amare è dare, donare all'altro. Ma che cosa offriamo? Qualcosa che possediamo?  Regali, cibo, cure? Lacan è preciso, dice: dare " ciò che non si ha". E qual è questo bene intangibile che non possediamo ma che nello stesso tempo possiamo mettere a disposizione dell'altro? Semplicemente la nostra presenza, l'esserci in quanto mancanti dell'altro. Allora doniamo la nostra mancanza, il fatto stesso di non essere completi senza l'altro, di non poter vivere senza di lui.

Leggi l'articolo

Eros e Agape: contrapposizione o complementarietà?

Eros e Agape sono due modi per dire l'amore. Comunemente vengono contrapposti per indicare da una parte l'amore carnale, dall'altra quello spirituale. Ma è proprio di questo, di una loro avversione reciproca, che si tratta? Eros deriva dall'antica Grecia ed indica l'amore fra uomo e donna, inteso come sentimento di natura sessuale. Si tratta dunque di un amore che scaturisce da una base fisica

Leggi l'articolo

Masochismo femminile e amore

Cosa spinge alcune donne a ricercare nella vita sempre le stesse tipologie di uomini che fanno soffrire? Perché sono irresistibilmente attratte dal tormento in una relazione? E perché solo nel dolore riescono a sentirsi vive, ad avere cioè il senso non tanto di essere amate ma di amare?

Leggi l'articolo

Masochismo e amore

Nella mia pratica clinica mi accade frequentemente di ascoltare persone, anche di notevole intelligenza e spessore, invischiate in relazioni distruttive per il proprio equilibrio ed autostima. Queste sono portate ad accettare e portare il peso di rapporti all'insegna della sofferenza. Non solo, spesso accade che proprio i legami più sofferti siano quelli considerati più intensi dal punto di vista emotivo, come se da un certo punto in poi non fossero solo subiti ma attivamente ricercati per una sorta di oscuro piacere ricavato dal tormento.

Leggi l'articolo

Tre tratti tipici dell'isteria

L' isteria, disturbo diffuso ai tempi di Freud e fino a qualche tempo fa presente come categoria a se stante all'interno dei manuali diagnostico statistici dei disturbi mentali, oggi non è affatto sparita, anche se assume delle sembianze un po' diverse rispetto all'epoca del padre della psicoanalisi.

Leggi l'articolo