Tipi estroversi ed introversi: luci e ombre
Nella contemporaneità invece purtroppo viene indubbiamente esaltata come qualità "vincente" l'estroversione, con il rischio di sottostimare le ricchezze dell'atteggiamento contrario, spesso bollato come negativo in quanto socialmente poco appariscente.
L'estroverso è brillante, loquace, sempre al centro dell'attenzione. Tiene la scena, ha capacità di immediata persuasione e di influenza sugli altri. Inoltre appare ottimista, energico, amante della vita, pieno di risorse. Trasmette entusiasmo e simpatia, sembra che sappia sempre il fatto proprio. Dubbi e incertezze non fanno parte del suo repertorio. Va da sè che possieda le carte giuste per emergere e dominare negli ambienti sociali, da quelli lavorativi a quelli di semplice svago, conquistando potere, ammirazione e notorietà.
Spesso però questa sua immagine seducente ed accattivante nasconde qualche lato in ombra, che viene scoperto sostanzialmente da chi entra in una vera relazione di intimità con lui. Conosciuto a fondo il tipo fortemente estroverso pecca di superficialità.
Essendo poco sensibile agli stimoli esterni, non ne viene turbato e questo è anche il motivo per cui appare spavaldo e suo agio in tutte le situazioni. Ciò lo porta però ad essere scarsamente analitico e "facilone" nelle sue valutazioni. Impulsività e camaleontismo costituiscono l'altra faccia del suo modo di fare sempre risoluto. Inoltre non tollera la solitudine, per cui è più esposto ad andare in crisi nei momenti della vita in cui questa condizione appare una tappa necessaria da affrontare per crescere ed evolvere nel senso della maturità e dell'indipendenza.
L'introverso al contrario non ama esibirsi, e questo fatto lo svantaggia notevolmente nei termini di desiderabilità sociale. Tende ad ascoltare più che a parlare, soprattutto all'interno dei gruppi, dove la sua presenza è per lo più silenziosa e i suoi interventi rari e calcolati. Nelle conversazioni a due può rivelare un'inaspettata loquacità, specie se l'argomento è di suo interesse o non banale.
Sebbene sappia condurre una vita sociale soddisfacente (introversione infatti non è sinonimo di timidezza) non è un maniaco delle feste e degli eventi mondani. Per lui ritagliarsi dei momenti di solitudine costituisce una necessità irrinunciabile, per via di una ricca vita interiore, di pensieri e fantasie che lo portano a coltivare interessi e passioni di natura intellettuale e/o artistica. Quasi invariabilmente questa attitudine si associa alla creatività.
La sua natura riservata e orientata all'"essere" più che all'"apparire", non ne fanno un ambizioso. Quando si trova ad eccellere e ad ottenere un riconoscimento di prestigio ciò è sempre un effetto secondario della passione e della competenza che dimostra nel fare le cose, mai una conseguenza diretta di un magnetismo personale o di amicizie "giuste".
Pertanto, data l'enfasi che oggigiorno si dà ad un atteggiamento estroverso e grintoso, è importante che chi si situa più sul versante dell'introversione prenda consapevolezza dei propri punti di forza, senza focalizzarsi a senso unico sui propri deficit in campo relazionale. Se cercare di migliorarsi è senz'altro indice di intelligenza, è parimenti fondamentale accettare la propria natura di fondo, per mantenere la propria originalità personale e non farla scomparire dietro atteggiamenti mimetici messi in campo solo per piacere e ottenere consenso.