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Calo del desiderio e fattori psicologici

Soprattutto nella mezza età l’eclissi parziale o totale del desiderio sessuale viene sbrigativamente attribuita agli ormoni, agli anni che avanzano, allo stress e alla stanchezza. 

L’età costituisce un buon riparo per non guardare a fondo le ragioni della sonnolenza sessuale. Se è senz’altro vero che andando avanti la fissazione per il sesso tipica dell’età giovanile cede il passo a qualcosa di meno invadente e dirompente, non si può nemmeno pensare che da un certo momento in poi il sesso non esista più. 

I giovani alle prese con crisi e raffreddamenti nella sfera sessuale, non potendo tirare in ballo la senescenza, sono maggiormente inclini rispetto ai loro genitori a esplorare l’area psicologica e a trovarvi le chiavi di lettura per interpretare il silenzio del corpo.

Dalle loro analisi, che pure prendono l’avvio da storie molto diverse, generalmente emerge un fatto ricorrente. Qualcosa, nel percorso di vita, da qualche parte è andato perduto.

I volti della perdita 

La perdita appare cioè come una figura costante che fa da sfondo a situazioni temporanee o durature di blocco sessuale.

Non si tratta soltanto dell’effetto di congelamento legato alla morte di una persona cara o alla separazione da un fidanzato importante. La perdita può consistere direttamente nella lacerazione di un legame (stabile o meno che sia) oppure assumere fattezze ambigue, in seno alla stessa relazione.

Questa seconda forma di perdita, più sottile, può riguardare lo smarrimento dell’immagine ideale del partner (delusione) oppure il venir meno  della rappresentazione idealizzata di se stessi (a causa di eventi esterni o di mutamenti interiori si scopre di non essere ciò che si credeva di essere e di non volere più quello che si supponeva di desiderare). 

A un certo punto, di colpo piuttosto che come effetto cumulativo di una serie di circostanze, il compagno o la propria stessa persona iniziano ad apparire come degli estranei, non si riconoscono più. E ciò sia all’interno di rapporti burrascosi e logoranti, sia in situazioni di accordo e serenità. 

Se la rappresentazione persa dell’altro e/o di sè viene sostituita velocemente da un’altra rappresentazione (attraverso un‘ulteriore mistificazione o un cambiamento fattivo nella realtà) il disagio risulta temporaneo. Anche quando la nuova immagine “meno splendente” viene integrata nel proprio quadro mentale senza troppa fatica (grazie a capacità  di adattamento molto elastiche) il malessere può passare inavvertito, come un fisiologico e naturale momento di semplice inappetenza.

Esistono persone che superficialmente risolvono l’impasse tenendo rigidamente fede all’ideale di sè e del partner (oscillando tuttavia periodicamente fra autoinganno e svalutazione) o cambiando pelle come serpenti fino alla fine dei loro giorni (appena i conti non tornano sostituiscono il partner, la casa, il look, gli amici, il lavoro ecc…)

Poi ci sono soggetti che hanno il talento naturale di convivere con gli inevitabili mutamenti che la vita impone. Di fronte alle separazioni, ai lutti e ai cambiamenti della visione che hanno dell’altro o di se stessi non si sentono mai totalmente  in balia del vuoto, riuscendo a intrecciare un rapporto nuovo con i nuovi sè emersi. Gli equilibri si modificano e il  legame anche fisico con il compagno non si sfilaccia del tutto. Possono avvenire nuovi incontri così come possono non accadere, ma essi non seguono una logica sostitutiva  perché non hanno il sapore della fuga in un mondo esaltante dove tutto è bello e perfetto. Le persone vengono prese e apprezzate così come vengono scoperte, e la relazione ha il sapore di un viaggio inesauribile ed arricchente. 

Gli animi ultrasensibili e cerebrali, inclini alla malinconia, le nature isteriche oppure i soggetti predisposti alla depressione  (che non possono nemmeno contare sull’ausilio dell’energia maniacale) finiscono invece per periodi piuttosto lunghi nel congelatore della libido. 

Questo perché sia gli uni che gli altri hanno difficoltà a lasciare andare ciò che ormai non esiste più se non nel ricordo o in un ideale astratto. Il contatto con “l’orrido vero”, (con la banalità deludente propria e altrui) non potendo essere dribblato con trucchetti vari  per via della spiccata lucidità mentale, ha l’effetto di bloccare gran parte del flusso vitale. 

Il dolore per la perdita del mondo splendente di prima  è così profondo e intenso da instillare un senso di abbandono e di inutilità. La sessualità va via via va spegnendosi, soffocata dall’ombra lunga del disincanto, dalla nostalgia del passato e dalla percezione di impossibilità future.

Si capisce allora perché andando avanti nella vita la sessualità per molti perda di smalto e di attrattiva. Gli ormoni giocano solo una piccola parte, mentre i lutti si sono presentati magari già più volte. 

Inoltre la sensazione che i giochi siano fatti, che tanto ormai dove si va, che non si possa nè cambiare partner nè recuperare se stessi e il perduto amore ha effetti paralizzanti sulla libido. 

La terapia psicologica 

La terapia psicologica in questi casi aiuta a mettere un po’ di ordine. Può dare una mano a vedere ancora della bellezza, pur nella percezione nitida del mutamento e nella complessità delle nostre personalità. 

Ma soprattutto aiuta a discernere fra ciò che possiamo effettivamente cambiare e ciò  che richiede soltanto accoglienza, elasticità e spirito di adattamento.

Il silenzio del corpo può essere problematizzato così come può venir accettato come una condizione transitoria di cui non si può conoscere l’evoluzione. 

A volte uomini e donne che non hanno da tempo un partner e che non sono interessati a rapporti consumistici sperimentano fasi più o meno lunghe di sospensione della libido. Anche nelle coppie di vecchia data può accadere, come risultato di una parziale fraternizzazione. La perdita può assumere la forma dell’assenza di un compagno o della trasformazione dell’attrazione rispetto ad un tempo. 

In terapia non si mira mai direttamente a modificare uno status quo, ma, se lo si vuole, si possono capire alcune dinamiche andando oltre tabù e luoghi comuni.

Poi i risvegli in campo sessuale restano imprevedibili e legati a risvegli di altro genere. Più si impara ad avere dimestichezza con il cambiamento, più si diventa abili ad attraversare i piccoli grandi lutti legati all’esistere, più dopo la debacle ci si rialza con rinnovato slancio, aumentando le chance di tornare a desiderare anche con il corpo.

Rapporto uomo donna