Quali sono le differenze in amore fra tipi estroversi e introversi ?
Come insegnava Jung nessun essere umano aderisce completamente ad una tipologia psicologica escludendo del tutto gli aspetti di quella opposta o complementare.
Tuttavia, al netto della miscela di tratti sempre presente in ciascuno di noi, estroversione e introversione sono categorie molto utili per comprendere numerose sottigliezze insite nella natura umana.
Esse rappresentano due modalità distinte di approccio alla vita, nella misura in cui qualificano il rapporto che l’individuo intrattiene col mondo esterno e con se stesso.
Non dipendono dal sesso e sono distribuite equamente fra uomini e donne. Le donne non sono più estroverse rispetto agli uomini, come riportano molti luoghi comuni. Esse sono mediamente più empatiche, ma empatia non coincide con estroversione. Esiste un’empatia di superficie, legata alla lettura del non verbale, e una più profonda, frutto del riconoscimento della realtà psichica dell’altro.
Vediamo allora nel dettaglio alcune caratteristiche dei tipi estroversi e introversi.
Estroversione e introversione: alcune differenze
Il tipo estroverso rivolge preferibilmente la sua attenzione ai fatti visibili, esterni mentre l’introverso predilige il contatto con la realtà psichica interiore.
Erroneamente si crede che l’estroverso sia più interessato agli altri, più empatico, più incline a “sentire” l’altro.
In realtà è quasi il contrario. La capacità vera dell’estroverso è quella di saper decodificare senza sforzo il canale non verbale della comunicazione, soprattutto quello di natura visiva, e di agire secondo tempistiche rapide per raggiungere la meta dei suoi desideri.
L’estroverso tende a interagire “a specchio” con gli altri, risponde prontamente alle aspettative comunicative adottando un comportamento simile a quello del suo interlocutore. Il riconoscimento dell’alterità in quanto tale è a rigore ostacolato dall’estroversione.
La facoltà “mimetica” dell’estroverso consente innumerevoli rapporti amicali, ma non garantisce la comprensione piena e vera dell’altro al di là dell’apparenza.
L’introverso invece, dominato dal pensiero, è attratto dall’interiorità dell’altro. Può essere così preso dalle sue osservazioni e dai suoi pensieri da perdere magari l’opportunità di interagire correttamente, secondo gli standard comunicativi classici. A volte per questo motivo manca delle occasioni importanti, soprattutto quelle che si basano sulla rapidità della decodifica relazionale e la velocità nell’azione.
L’introversione non rappresenta un interesse autoreferenziale nei confronti di se stessi, bensì esprime la priorità che i fatti interiori hanno rispetto a quelli esteriori, anche quando questi fatti riguardano l’altro.
L’estroversione permette di navigare bene in superficie, mentre l’introversione spinge più nelle profondità, proprie o altrui.
L’estroverso è abile nel leggere l’altro ma non nel capirlo nella sua interezza, perché le informazioni che sa maneggiare sono legate all’apparenza, alle maniere, a ciò che si vede ed è comparabile con se stessi. Egli può quindi essere facile vittima di stereotipi e preconcetti.
Sicuramente non manca l’abilità di “presentarsi” in un certo modo. L’estroverso sa come piacere, come attirare immediatamente simpatie e consensi.
L’introverso risulta sulle prime meno loquace, meno simpatico, meno brillante, non perché non abbia in realtà sense of humor o qualità interessanti.
La disposizione alla riflessione lo porta a non badare alla presentazione di se stesso secondo le regole dominanti. Lo svantaggio iniziale in genere lo recupera in un secondo momento, quando l’occasione giusta gli permette la rivelazione delle qualità sostanziali di cui è ricchissimo.
I due tipi psicologici e l’amore
Si capisce allora come anche in amore queste due disposizioni psichiche determinino vissuti e modalità espressive molto diverse, al netto della condivisione dello stesso contesto socio culturale.
L’estroverso sa bene come catturare l’interesse altrui, anche in contesti dove c’è folla, rumore e fattori che distraggono l’attenzione.
È in grado di dirigersi risolutamente verso il suo bersaglio, mentre l’introverso spesso finisce per venire tampinato da chi non cattura il suo interesse (mentre vede svanire nel nulla l’oggetto del suo vero desiderio a causa dell’eccessivo pensare prima di agire).
Inoltre l’estroverso, potendo padroneggiare bene gli aspetti esteriori della comunicazione, è in grado di “vendersi” bene, di spacciarsi anche per chi non è. La seduzione è il suo pane, proprio perché sa essere camaleonticamente “come tu mi vuoi” . Conscio delle sue possibilità, esprime i suoi apprezzamenti e i suoi desideri senza inibizioni, facendo della conquista un’arte.
Nel lungo non sempre le sue relazioni sono soddisfacenti: il suo bisogno di stimoli superficiali lo porta facilmente verso avventure e tradimenti fine a se stessi, non riuscendo a valorizzare il compagno nell’unicità della sua persona.
L’introverso invece, molto meno abile nella conquista, se prova una curiosità essa è sempre autenticamente associata all’ interesse verso l’interiorità della persona che piace.
L’introverso osserva i dettagli, ci si perde. Inoltre realizza di provare qualcosa sempre in un tempo secondo, non perché non provi nulla sul momento. Egli assorbe talmente tanto la bellezza dell’oggetto del suo interesse da perdere lucidità, direzione e prontezza. Nella calma della solitudine acquista consapevolezza, capisce e inizia a fantasticare, nonché a tormentarsi con pensieri a volte ossessivi.
Se l’incontro con la persona dei desideri si realizza egli è capace di dare tutto se stesso, corpo e anima. Si impegna seriamente e non vede più nessun altro, non perché si sforza di farlo ma perché il suo amore regge robustamente nel tempo, ancorato com’è all’originalità unica della persona che ama.
L’introverso non tradisce ed è affidabile, ma ciò accade solo se trova la persona dei desideri (non quella giusta dal punto di vista razionale). Se si lascia scegliere (cosa non infrequente per via del suo realizzare l’amore sempre in ritardo) la sua dedizione può peró vacillare. È facile infatti che si produca un divario fra affetti e passionalità, a scapito di quest’ultima.
La via della repressione dei sentimenti in nome di ciò che è giusto tende a prevalere, soprattutto quando l’introverso è in coppia ma sviluppa un’attrazione per un’altra persona. La serietà, se è un grande pregio, in alcune circostanze si rivela tuttavia castrante, così che l’introverso spesso resta un po’ troppo vittima dei suoi alti principi.
La psicoterapia è utile a entrambi i tipi psicologici, perché li aiuta a riequlibrare la loro natura con i tratti del tipo opposto.
Lo sviluppo dei lati non spontanei del carattere non accade per imitazione, non si tratta di imparare a mettere una maschera.
Esso avviene come diretta conseguenza del viaggio nell’inconscio, dove si annidano le parti in ombra e vive di noi.