Amare è un’attitudine
In terapia il tema dell’amore è spesso oggetto di riflessioni sofferte. Non riuscire a trovare la così detta “persona giusta” è il principale motivo di angustia, o perché non si viene corrisposti dall’oggetto del desiderio oppure perché dopo poco ci si annoia.
Il focus della lamentela è sempre sull’altro, considerato “inarrivabile” o “inadeguato”.
Questo mettere insistentemente l’accento sull’attrattiva del partner “potenziale” o “reale” è frutto della mentalità contemporanea, che fa coincidere il sentimento complesso dell’amore con quello dell’infatuazione.
Il desiderio di possesso (ego riferito)
Amare tuttavia non significa desiderare, purtroppo molto disorientamento nasce dalla confusione di due registri diversi, che si possono sovrapporre pur mantenendo una loro indipendenza reciproca.
Nel desiderio bramoso (un discorso diverso merita il desiderio che nasce dall’attrazione mentale e che toglie anziché aumentare le sicurezze) sono le caratteristiche esteriori dell’altro a suscitare la passione. Bellezza, eleganza, intelligenza brillante sono tutti attributi che suscitano interesse e desiderio di possesso.
La “sofferenza d’amore” a questo livello altro non è che “frustrazione” per non riuscire ad “avere” l’oggetto oppure “insoddisfazione” dopo averlo avuto e goduto.
Come la brama di un bene che non ci si può permettere ne aumenta il valore, così il possesso azzera ogni moto ulteriore.
Gli esseri umani in questa maniera si accostano gli uni agli altri in maniera consumistica. Tutto dipende dal piacere che l’altro arreca, finché dura. La dinamica è totalmente ego riferita.
L’amore non narcisistico
Nell’amore non narcisistico il discorso è diverso. L’altro non attrae per le sue caratteristiche esteriori desiderabili (queste ci sono ma non sono fondanti la relazione). Nell’amore ci si avvicina all’anima dell’altro e si ha cura della sua vulnerabilità. L’amore permette di entrare in contatto con la ricchezza imprendibile e sconfinata di un altro essere vivente.
Inoltre nell’amore l’altro non è un oggetto che diventa scontato e prevedibile ma una persona con cui si instaura un rapporto che trasforma, arricchisce, cimenta.
I limiti caratteriali non sono motivi di svalorizzazione ma vengono accolti come caratteristiche che rendono l’altro ancora più unico, non trattati come caratteristiche poco accattivanti e da correggere.
Nell’amore l’amato non è perfetto, non è una cosa splendente ma una persona reale, che ha delle grandezze, dei pregi e dei difetti eclatanti. Amare si concretizza nel tollerare benevolmente gli angoli e le asperità, le imperfezioni e gli stati emotivi non sempre al top.
Nell’amore si vuole conoscere profondamente l’altro, il suo passato, il suo mondo, il suo carattere, tutto, a partire dalla consapevolezza che questa conoscenza è inesauribile e soprattutto essa non darà luogo a nessun possesso. L’altro prosegue liberamente il suo cammino anche quando esso si incrocia e si attorciglia al nostro.
Inoltre nell’amore si mettono fra parentesi molti egoismi personali, si diventa umili e aperti. Il tutto nel rispetto di se stessi perché amare non vuol dire martirizzarsi, inseguire, prostrarsi o subire sistematicamente degli attacchi o dei torti.
Come si fa ad amare?
Il problema di cui ci si lamenta spesso non riguarda allora la presunta inadeguatezza dei partner incontrati nel corso della vita.
Possibile che gli incontri siano sempre tutti sbagliati?
Il mito della “persona giusta” è fomentato dal sistema in cui viviamo, che fabbrica bisogni e soluzioni. Oggi va di moda la ricerca del bello e della sensazione forte, tutte cose effimere che non durano se non al prezzo di una loro rapida sostituzione.
C’è chi si rifugia nell’astinenza per protesta e chi si lascia andare alla bulimia.
Ribaltando la questione nel ripensare ai propri fallimenti bisognerebbe chiedersi: è andata male, ma era amore o infatuazione?
Sono in grado di andare oltre il mio ego e i suoi bisogni, i suoi capricci? So uscire da me stesso per incontrare davvero l’altro? Quando incontro qualcuno riesco ad andare oltre l’apparenza? Voglio davvero capire chi ho di fronte o mi affido a stereotipi? So mollare un attimo sulle mie esigenze, idee, umori del momento? So darmi e dare tempo?So dare senza asfissiare o aspettare ricompense?
Amare allora diventa un’attitudine, un modus operandi in tutte le relazioni, non solo in quelle di coppia ma anche di semplice conoscenza o amicizia, perché può comprendere nel suo cerchio il desiderio ma può anche prescinderne del tutto.
Amare si associa al rispetto, alla generosità, alla contemplazione della bellezza imperfetta e non alla sua fruizione egoistica.
Di fronte ad un fiore bellissimo è forte la tentazione di strapparlo per tenerlo con sè, anche se si sa che questo fiore appassirà e verrà buttato via.
L’amore mitiga la bramosia e fa accedere all’ammirazione e alla gratitudine. Il fiore resta a casa sua, nella sua terra, vivo, e si può entrare in un rapporto dinamico con lui lo stesso, senza togliergli la libertà e senza incastrarlo in un vaso.