Come scegliere uno psicologo a Milano?

Lo psicologo a Milano: come sceglierlo e cosa aspettarsi
Scegliere uno psicologo a Milano non è un’attività difficile sul piano pratico, data la ricchezza dell’offerta (sempre più in aumento nelle grandi città metropolitane).
La difficoltà si gioca a un altro livello, ovvero quello della qualità: la persona che incontrerò intreccerà le skills professionali e umane necessarie a darmi concretamente una mano?
Per capire quale professionista può fare al caso nostro è importante sapere che cosa andare a valutare attentamente.
La delicata scelta di uno psicologo a Milano
La difficoltà supplementare nella scelta dello psicologo nel mare magnum dell’offerta cittadina rispetto a quella di un medico è data dalla pari importanza che in questa professione hanno le qualità professionali e personali dello specialista.
Se vado da un medico per un problema fisico sono certamente più contento di trovare qualcuno che sia anche “una bella persona”, empatica, matura ed equilibrata.
Ma da un medico mi aspetto in primis che sia competente rispetto alla "macchina" uomo: un meccanico mi deve rimettere in moto la macchina, se poi il suo grado di consapevolezza è scarso è un peccato per lui ma non costituisce un problema per me.
È vero che quando siamo fragili per via di una malattia o di un problema organico abbiamo sempre il desiderio di un riconoscimento umano e di uno sguardo autenticamente gentile, per cui un medico che ha una marcia in più sa offrire al suo paziente anche questo tipo di calore.
Si tratta tuttavia di un “plus” augurabile ma non necessario. Un medico è “scusabile” per la sua freddezza, frettolosità e modi spicci quando compensa ampiamente con la tecnica e impeccabilità della capacità di diagnosi e cura.
Uno psicologo no, non può permettersi atteggiamenti sbrigativi, noncuranti, distaccati o peggio ancora da star nevrotico.
Anche se conosce a menadito tutta la teoria e la tecnica psicologica possibile e immaginabile uno psicologo non può non essere mentalmente ed emotivamente sano.
La mente e l’emotività dello psicologo: gli strumenti psicoterapeutici più importanti.
Nella pratica della psicologia e della psicoterapia la mente e l’emotività dello specialista sono parte integrante del processo di cura, sono come il bisturi per il chirurgo.
Non è semplicemente una questione di calore umano e di gentilezza: la figura dello psicologo lascia una traccia profonda dentro il paziente. Ad essa si devono tutti i cambiamenti permanenti che porteranno allo sblocco della situazione problematica e alla capacità di resilienza futura.
Se lo psicologo non ha profondità emotiva e raffinatezza mentale crea danni, può tagliare e fare molto male, esattamente come un bisturi affilato in mani dalla scarsa destrezza.
Purtroppo esistono approcci nel variegato mondo delle terapie psicologiche che tentano di negare questo fatto, autorizzando chiunque a praticare senza un’attenta valutazione della persona.
La neutralità spesso viene invocata come una panacea per sfuggire dal fatale e inevitabile coinvolgimento nella cura: l’esito è il classico terapeuta sempre zitto oppure quello facile alle “frasi fatte”, a un “copia incolla” di parole dette da qualcun altro (che purtroppo non si adattano mai al caso specifico che si trova per le mani).
Come selezionare un buon psicologo?
Lo psicologo che si coinvolge nella cura non è quello che racconta i fatti propri, che si commuove o confonde se stesso con il paziente.
L’empatia è necessaria ma va saputa usare: un bravo psicologo sa vivere in uno stato di transitoria depersonalizzazione: vede le cose dalla prospettiva del paziente (cosa che gli permette di capire il mondo dell’altro e fa sentire capiti) ma nello stesso esatto momento resta se stesso e mantiene un punto di vista diverso (aspetto necessario affinché apporti un contributo al raffinamento o allo sviluppo delle risorse del paziente, momentaneamente bloccate).
Come capire queste cose prima di recarsi in studio?
Non sempre è possibile capire tutto prima di sperimentare, soprattutto se lo psicologo che magari c’è stato consigliato da qualcuno non è presente online, non scrive, non dà nessuna evidenza di se stesso.
Se invece lo psicologo lo troviamo su Internet possiamo valutare come si presenta, se i contenuti che pubblica sono originali, scritti di suo pugno (non solo con l’intelligenza artificiale!) e ben argomentati.
La presentazione è importante perché ci dà un assaggio sul grado di maturità professionale, che sempre si lega alla capacità di parlare di argomenti di settore in maniera chiara, senza inutili fronzoli e soprattutto con uno “stile” personale ben preciso (non copiato da nessuno).
Dopo il primo colloquio invece il parametro fondamentale da tenere presente è la sensazione istintiva che si ha una volta usciti dallo studio e nei giorni successivi.
Non si tratta puramente del sollievo legato all’aver parlato a qualcuno dei propri problemi.
Bisogna aver percepito in maniera netta e non fumosa almeno un assaggio di quello che sarà il percorso trasformativo a cui andremo incontro.
Senza trasformazione non esiste psicoterapia. Questa può essere enorme, (travolgente oppure graduale) ma anche fatta di piccoli aggiustamenti (tuttavia determinanti a risollevarsi dal momento di empasse).
Quando si è in uno stato di bisogno, si è bloccati, confusi o profondamente tristi è facile che le capacità di valutazione siano meno pronte rispetto al solito.
Se stiamo attraversando un momento di vulnerabilità siamo maggiormente esposti a incontri che non ci saranno di aiuto, perché il bisogno ci offusca la mente e vogliamo vedere nell’altro un “salvatore” anche quando il nostro corpo o la nostra psiche profonda ci inviano dei segnali di “alert”.
Essere consapevoli di questo ci può aiutare anche nella scelta dello psicologo, affinché l’incontro sia proficuo e non l’ennesimo buco nell’acqua.
Affidiamoci alle nostre sensazioni, esse non mentono mai, soprattutto nel tempo.
Scegliere uno psicologo è già in sé il primo passo verso la guarigione; se ci sentiamo un po’ più guariti lasciandoci la porta di studio alle spalle è un buon segno, se la sensazione persiste mano a mano che gli incontri si intensificano allora siamo al novanta per cento nel posto giusto.
Male oscuro, Aiuto psicoterapeutico , Disagio contemporaneo