La psicoterapia per l’autostima
L’autostima, intesa come serena accettazione di sè a tutto tondo, sempre più spesso è minata da un eccessivo orientamento al risultato e alla prestazione (tipico del contesto sociale in cui viviamo)
Essere bravi come essere amabili
Il mito della così detta “bravura”, intesa come capacità di eccellere un po’ in tutti i campi, in genere si costruisce già a partire dall’infanzia.
“Essere bravi” assume particolare importanza (in certi casi vitale) quando viene identificato come il modo per essere considerati “amabili” dall’altro, da un genitore, un insegnante o un gruppo di pari.
In genere il senso della propria amabilità durante l’età evolutiva è sempre intrinsecamente legato alla convalida da parte dell’altro.
Se però questo rispecchiamento positivo dell’ambiente si associa unicamente al successo e non avviene a prescindere dai risultati (scolastici, sportivi, amicali ecc…) si possono sedimentare dei dubbi rispetto al proprio valore come persone.
Un eccesso di frustrazioni e fallimenti scolastici o relazionali può palesemente minare l’autostima in assenza di uno sguardo parentale accogliente e privo di aspettative.
L’attesa genitoriale viene intercettata e a volte ingigantita dalla sensibilità esasperata di alcuni bambini, che possono così sviluppare ansie e comportamenti autosabotanti (per evitare il cimento e dunque la possibilità di misurare se stessi).
Ma anche la soluzione del bambino e futuro adulto “super performante” non è esente da cadute rovinose: se l’autostima si basa sulla bravura e sul successo che succede quando al loro posto subentra, non previsto, il fallimento? Magari si è bravissimi eppure l’altro ci rifiuta lo stesso. Come è possibile?
Per molti questa dinamica impedisce di essere se stessi con spontaneità e porta a “convincere” gli altri, a “conquistarli” più che a godersi gli incontri e a vivere in santa pace le emozioni (positive o negative che siano)
Bisogna piacere, piacere a tutti, quasi soprattutto a chi mostra indifferenza e distacco. Guai a non piacere!
Ulteriori complicazioni possono nascere nel momento in cui il consenso diventa la preoccupazione e il desiderio dominante. Si affievoliscono le capacità di giudizio, si perde di vista ciò che piace e fa stare bene.
Si rischia persino di invischiarsi regolarmente con le persone sbagliate, per via del gusto di piacere proprio a chi non apprezza abbastanza
La psicoterapia “non correttiva”
In psicoterapia il tema emerge in moltissimi casi e sono infinite le sfaccettature che può assumere.
Alla base del malessere (cronico o contingente che sia) si rintraccia questo sguardo inflessibile e autogiudicante, che irrigidisce in pose false e fa vivere nell’allerta continua e nella fame di approvazione.
Dietro a sintomi ansiosi o depressivi si annida quasi sempre la preoccupazione di non farcela, di fallire, di finire reietti e derisi. Nelle situazioni più estreme ci si sente finiti, si ha l’impressione di essere nulla anche per piccole delusioni o difficoltà del tutto alla propria portata.
Che fare? Come recuperare un atteggiamento più sano?
In psicoterapia è importante non tentare di “correggere” direttamente il problema, cosa che farebbe ricadere nel solito schema.
Lo sguardo del terapeuta facilmente diventa lo sguardo dell’altro a cui voler piacere e ciò può inquinare il lavoro con blocchi o eccessiva compiacenza.
In psicoterapia una persona può permettersi di essere se stessa; se il terapeuta crea le condizioni perché l’altro molli le difese, ascoltando in maniera benevolmente neutrale, è possibile che alla lunga egli prenda parola e faccia vedere la propria autenticità non solo nello spazio protetto della seduta ma anche fuori (con più naturalezza e meno vergogna)
L’analisi inoltre esercita a vedere se stessi e le proprie dinamiche con maggiore obiettività e distacco. Ciò si traduce operativamente in una maggiore capacità di riconoscere in “presa diretta” il meccanismo disfunzionale.
Una volta vista in seduta la dinamica (che blocca nel dover essere perfetti agli occhi di tutti) essa non cessa automaticamente di esercitare un potere.
Tuttavia la conoscenza di sè, mano a mano che si raffina e si espande, fa guadagnare terreno all’auto consapevolezza in sfavore dell’autocolpevolizzazione
In terapia si impara a conoscersi, a capire i propri desideri e come essi incidano nel bene e nel male sulla propria condotta.
Al posto del giudizio subentra un’osservazione neutrale, che infine sfocia in compassione verso le parti smarrite e fragili della nostra persona, verso gli errori, i tentennamenti, gli abbagli e i fallimenti.
Compassione da non intendersi come “io sono così e vabbè che ci posso fare” . La compassione non è un alibi per lasciarsi andare ai peggiori vizi o alla pigrizia.
Essa è figlia dell’amore, di quell’amore incondizionato che è mancato e che non è più recuperabile da parte di chi non lo ha dato a suo tempo.
Ma non aver ricevuto l’amore non condizionato non significa non poterlo incontrare e non poterlo far entrare nella propria vita.
Forse con la psicoterapia si impara questo, a guardare a se stessi senza le lenti del narcisismo, un po’ come se si osservasse degli estranei di cui improvvisamente si capiscono le ragioni nascoste.
Così facendo ci si riconosce come parte di un’umanità, si smette di sentirsi degli alieni reietti o al contrario di coltivare l’illusione di essere speciali.
Ci ritroviamo umani, con le altezze e i limiti imposti dalla condizione umana e iniziamo a piacerci così, a dirci che va bene così.
La tensione verso il miglioramento non viene meno ma questo miglioramento non si misura più su una scala di voti perché non punta più alla perfezione (che non esiste) ma a un intimo senso di accordo interiore, di pace e di equilibrio.
Il riconoscimento da parte degli altri non passa in secondo piano ma interessa veramente solo quello che mira alla sostanza e che fa sentire bene.
Non piacere a tutti non è più un problema, anzi, permette di scoprire il gusto dell’incontro senza forzature!
Finalmente lasciamo perdere la tortura malsana di correre dietro a chi non ci vede, non ci vuole o semplicemente non fa per noi.