Come scegliere un percorso di psicoterapia
I percorsi di sviluppo personale: i rischi più diffusi e come orientarsi
Le pratiche che promettono di guarire dalla depressione ( e di raggiungere la calma, la “pace interiore”, il benessere e la serenità) come lo yoga, alcune discipline motorie, le scienze dell’alimentazione o la stessa psicoterapia, oggi sono divenute di gran moda.
La loro popolarità è proporzionale ai livelli di stress e di irrequietezza generalizzati, che negli ultimi tempi hanno avuto un’impennata considerevole, complice la delicata situazione economica e geo politica successiva agli anni della pandemia.
Ma esse sono sempre davvero terapeutiche? Non rischiano, nella versione consumistica attuale, di aggiungere stress, doveri e bisogni indotti, allontanando ancora di più da un rapporto equilibrato con se stessi?
Nello scenario attuale è di fondamentale importanza imparare a non affidarsi, a documentarsi e a scegliere fra le varie offerte con cognizione di causa, per evitare di cadere in trabocchetti luccicanti, costosi e dannosi.
Un percorso di cura, quando è davvero valido, si associa a quattro elementi fondamentali: la presenza di argomentazioni solide e chiare che lo sostengono e giustificano, l’assenza del culto della persona e dell’immagine del curante, la percezione di libertà di espressione e di azione all’interno del contesto di cura e infine l’incremento della fiducia in se stessi e della ricettività verso i propri bisogni più autentici, con conseguente accrescimento della percezione di calma interiore.
Il business della salute e le sue logiche tossiche
Purtroppo, molti articoli e video dei vari “influencer” che si dedicano al tema “salute e benessere”, pur azzeccati nei contenuti e nelle immagini, a livello profondo instillano tutto il contrario, ovvero un senso di ricerca ansiosa più che di pace e di tranquillità.
In concreto non si esce dal discorso tipico dei nostri tempi: la spinta affannata al consumo è incentivata anche nel campo del benessere psicofisico, che viene così messo sullo stesso piano di una merce da possedere ed esibire.
Coloro che promuovono l’idea della forma fisica e della serenità interiore spessissimo si collocano su un piano ideale (sono belli, sani, talentuosi e ricchi) ingenerando un senso di frustrazione e di spinta emulativa di natura omologante.
La gente si ritrova così intrappolata in una dinamica paradossale, per cui il tentativo di stare meglio, di curare una condizione di malessere produce esso stesso uno stress supplementare.
Tutte le pratiche salutistiche che sottendono l’adeguamento ad un modello sono destinate a non centrare l’obiettivo che professano. Al fondo il vero fine del “business del benessere” resta il profitto, che fa leva sui bisogni e le difficoltà delle persone senza alcuna genuina preoccupazione per l’altro.
I vari guru e promoter di settore, onnipresenti sui social, scadono in atteggiamenti di posa, falsi ed esibizionistici, che coprono con i loro compiacimenti narcisistici il gran vuoto interiore delle loro esistenze, sbandierate senza pudore come modelli da perseguire.
Le persone più fragili e meno consapevoli rimangono irretite e, sebbene restino ben lontane dalla mitigazione delle loro angosce profonde, trovano una sorta di pacificazione nell’identificazione al curante, all’ideologia o a un’insegna fisica particolare (fisico scolpito in un certo modo, abbigliamento di un certo tipo ecc…)
Chi invece è dotato di strumenti critici e della facoltà di pensare presto o tardi si accorge di aver inutilmente speso soldi e tempo, vivendo tuttavia la frustrazione di non aver risolto la sua questione nel momento in cui essa prepotentemente bussava alla sua porta.
Criteri di scelta e di valutazione del percorso di sviluppo
Per scegliere un percorso psicoterapeutico (ma lo stesso discorso vale per l’alimentazione, le discipline sportive ecc…) che non si riveli una perdita di tempo, di risorse e di denaro, oltre alle skills certificate del terapeuta è utile indagare anche la sua capacità di argomentare in maniera semplice e chiara i principi che guidano la sua pratica.
In genere la capacità sul campo si associa anche a quella di esprimersi senza ricorrere a discorsi fumosi, a slogan semplicistici o peggio ancora a “copia incolla” di roba già detta e ridetta da altri.
Sul piano della personalità sarebbe opportuno che la vostra guida, in campo psicoterapeutico e non, fosse scevra da atteggiamenti esibizionistici e mantenesse il suo livello di esposizione meramente su un piano funzionale allo scopo (ad esempio un istruttore di ginnastica deve per forza far vedere con il suo corpo gli esercizi, ma è importante che lo faccia senza compiacimento e con l’unico scopo di rendere il più possibile chiaro il movimento).
Una volta iniziata l’esperienza due sono i principali parametri da tenere presente.
Il primo: mi sento libero di essere fino in fondo me stesso, di dire anche delle cavolate, di ripetermi allo sfinimento, di esprimere le mie emozioni e le mie difficoltà?
Il secondo: dopo i primi tempi, che possono anche essere duri, mi sento meglio? Sono più fiducioso e in generale più calmo, anche se alcune mie difficoltà sono dure a morire?
Non sentirsi sotto il fuoco del giudizio, non sentire pressione e imposizione è fondamentale, sempre.
Anche quando l’autoritarismo è spacciato per il “vostro bene” esso è da rifiutare fermamente, perché è sempre spia di un disequilibrio interiore della figura a cui state affidando voi stessi.
Un terapeuta equilibrato non ha bisogno di imporsi su nessuno, anzi, il suo lavoro è proprio quello di aiutarvi a esprimervi, a tirare fuori le vostre idee e la vostra originalità.
Se pensa che siete accecati da qualcosa che ottunde le vostre facoltà di giudizio ve lo dice, ma con garbo e rispetto, non con il fine di correggervi o suggestionarvi ma di farvi liberamente vagliare altre prospettive e altre possibilità.
Il recupero della fiducia e della calma, anche nel permanere di condizioni complesse, è la spia che la strada intrapresa è quella giusta.
Magari i sintomi e i problemi di una vita non si sciolgono ripidamente, perché esistono ferite che non si possono cancellare ma solo comprendere e lenire nel tempo.
Tuttavia grazie alla terapia appare possibile conviverci in un altro modo, così che non si mangino tutta la vita, tutte le speranze e tutte le possibilità future.
In genere la ripresa di questo tipo di fiducia coincide con la riapertura alla vita, agli incontri e ai progetti.
E una nuova calma, anche in situazioni difficili, consente di restare lucidi e attivi nel quotidiano, permettendo passo dopo passo la ricostruzione della propria vita nella versione più corrispondente ai propri desideri.
Aiuto psicoterapeutico , Guarire dai sintomi