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Cuore che ride

La poesia "Cuore che ride" di Charles Bukowski racchiude un insegnamento che per ogni pratica psicoanalitica risulta centrale. Nella sua apparente semplicità essa rende molto bene la differenza fra due atteggiamenti apparentemente simili ma profondamente diversi, la resa e l’accettazione come risposte alle avversità della vita.

È l'amore

Una poesia di Borges mostra, contro ogni ingenuo romanticismo, cos'è quell'angoscia strutturalmente connessa ad un autentico desiderio amoroso.

E la vita cammina quasi dritta

Il dolore psichico profondo assomiglia ad una notte senza stelle, nessuna luna o nessuna luce interiore si accendono a fare da bussola. Emily  Dickinson ritrae così la disperazione: nessuna via di uscita, nessuna visione, perdita pura di qualsiasi riferimento.

Gli scacchi della "caccia" alla felicità

Andare a "caccia" di felicità genera perenne insoddisfazione. L'ambita preda  sfugge puntualmente ad ogni volontà di cattura, ad ogni moto di appropriazione. I celebri versi di Herman Hesse svelano questa verità.

Non conosciamo mai la nostra altezza

In “Non conosciamo mai la nostra altezza” Emily Dickinson condensa in immagini una dinamica psichica ben nota agli psicoanalisti, l’indietreggiare passivamente di fronte alla responsabilità.

Solitudine e analisi

L'"infinità finita" di cui ci parla Emily Dickinson ha molti punti di contatto con i concetti di "castrazione" e "inconscio" così come li intende la psicoanalisi.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

L'inventore della psicoanalisi ne era profondamente convinto: la poesia coglie con immediatezza stati dell'animo che la ragione descrive, circonda col pensiero senza tuttavia afferrarne il cuore pulsante.