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Come crescere come persone

Sviluppo personale: sfide e prerequisiti

Nessun percorso prestabilito può insegnare a crescere come persone; si possono seguire pedissequamente tutti i passi suggeriti da manuali ed esperti di coaching e sviluppo personale ma non smuoversi di un millimetro a livello profondo.

L’unico insegnante che abbia valore ai fini di un cambiamento interiore autentico è l’esperienza di vita, che tuttavia da sola non basta ad affinare la consapevolezza di sè.

Senza una coraggiosa e aperta disposizione ad apprendere dall’esperienza si inciampa sempre sullo stesso gradino, si resta cioè impigliati in circoli viziosi ripetitivi.

Per accogliere il reale nudo e crudo dell’esperienza bisogna dunque volersi porre degli interrogativi, soffermarsi, non lasciar scivolare le cose che ci accadono nel dimenticatoio o nell’insensato.

Il luogo e il tempo della crescita: sentirsi esistere

La psicoterapia può costituire uno dei luoghi in cui questo lavoro di analisi può dipanarsi: grazie al coinvolgimento della mente del terapeuta si amplificano le possibilità conoscitive del sè, mentre vecchi schemi vengono lentamente archiviati o integrati da nuovi.

Esistono anche altri modi per stimolare il processo introspettivo: la lettura, l’esercizio di un’arte, la meditazione, il contatto con la natura, il viaggio in solitaria ecc…

Essi hanno come aspetto comune la sospensione della routine e degli automatismi quotidiani, sociali o lavorativi.

La coscienza che cerca di conoscere se stessa ha bisogno di un tempo sgombro da compiti e urgenze, un tempo in cui la solitudine permette la comunicazione con l’interno.

In questi momenti viene metaforicamente misurata la “temperatura” interna: ci si percepisce fluire nel tempo, ci si “sente“, si entra in contatto con come si sta veramente, senza inganni o compiacimenti.

Queste finestre temporali costituiscono frammenti di verità, attimi più o meno prolungati in cui non ci limitiamo ad arrancare per sopravvivere ma “esistiamo” nel senso più puro del termine.

Possono allora sopraggiungere ricordi, affiorare intuizioni, venire nuove idee. L’esperienza passata viene rimaneggiata e acquista un senso nuovo, che influenza la percezione di sè nel presente e l’azione che riguarda il futuro.

Le emozioni connesse allo sviluppo personale: un impasto di gioia e dolore

Le emozioni connesse allo sviluppo personale possono essere di segno positivo o negativo, ma anche rovesciarsi nel loro opposto in un impasto in cui gioia e dolore vanno a braccetto.

Riconoscere e favorire questi stati “contemplativi” della mente è fondamentale per la nostra evoluzione personale.

Ma è un processo non semplice, perché avviene in maniera inconscia (a tutti capitano momenti così ma pochi li riconoscono) ed è difficile da controllare, da favorire e da dirigere.

La maggior parte delle persone è spaventata dall’incontro con se stessa; le emozioni negative (dolore o insoddisfazione) non vengono sopportate, quindi il contatto o si interrompe subito (ci si rituffa troppo presto nella superficialità dell’azione o del divertissment) oppure degenera in ruminazione mentale (il pensiero diventa schiavo del negativo e produce pensieri in loop, spesso autosabotanti e vittimizzanti).

In entrambi i casi, nell’evitamento difensivo o nel catastrofismo, viene persa l’occasione di guardarsi profondamente dentro e di scovare il “tarlo” che indebolisce la propria struttura.

Gli effetti trasformativi della crescita personale: il senso di coesione e l’identità

Vincere la paura, farsi coraggio ed estrarre ciò che logora e che fa male, (mettendolo in forma e dandogli un nome) ha un potere trasformativo notevolissimo.

L’autoconoscenza infatti negli esseri umani aumenta il senso di coesione e di identità; il malessere non è affatto da disprezzare perché ci indica il punto in cui ci siamo allontanati da noi stessi e da cui ripartire per ricentrarci.

Vedersi in errore o prendere atto di un fallimento non è una tragedia, un’offesa irrimediabile all’Io. Al contrario costituisce un’occasione per fare un salto in termini di crescita e di conoscenza della vera sostanza delle cose umane, che non possono essere valutate sul piano della perfezione e della desiderabilità sociale.

Abbracciare anche l’imperfezione del sè, poterla reintegrare in una visione complessiva riconsegna al presente, alle sue sfide complesse ma anche alla sua ricchezza inesplorata. Favorisce inoltre una nuova presenza di spirito, che si sostanzia in un atteggiamento più sicuro, conseguenza dell’allargamento del campo visivo.

Gli intoppi allo sviluppo personale nella modernità

Molto malessere contemporaneo è legato allo smarrimento del senso di sè; le persone hanno un’idea stereotipata della vita e di come dovrebbe andare in termini di tappe e acquisizioni materiali.

Oggi si vive troppo nella massificazione dei desideri, degli atteggiamenti e delle idee; imparare a stare con se stessi, con la propria inevitabile “diversità” e con la normale frustrazione connessa alla vita umana è un’arma potente per diventare più forti e più solidi.

Le persone sono paralizzate nel guardare dentro se stesse perché hanno il terrore di scoprire di non essere affatto felici. Così, a forza di raccontarsela, esse non sanno più chi sono, diventano fragilissime, di carta, compiono scelte sulla base di ciò che sembra bello agli occhi degli altri invece che ai propri.

Al primo appuntamento con le difficoltà vere molti cadono giù, vanno in depressione perché non tollerano la benché minima aggressione alla propria immagine di adeguatezza sociale.

La crescita personale allora si gioca su un piano che nulla ha a che vedere con l’apprendimento di tecniche di maquillage per identità fragili.

Essa resta ancorata a dinamiche psicologiche complesse che possono talvolta portare a richiedere un’attenta valutazione clinica e un percorso terapeutico ad hoc.

Aiuto psicoterapeutico , Guarire dai sintomi