La connessione emotiva: perché è fondamentale nelle relazioni

Connessione e benessere emotivo: il legame che non cancella le differenze
La connessione emotiva ha un’importanza enorme in tutte le relazioni umane, siano esse di coppia, tra genitori e figli, tra amici o semplici conoscenti.
Connettersi emotivamente all’altro è possibile nel momento in cui riconosciamo la sua particolarità come essere umano e soprattutto la sua differenza da noi.
Solo se riusciamo a vedere l’altro come una sorta di “scrigno” che racchiude i suoi segreti possiamo accostarci a lui con delicatezza, senza forzare, aspettando i suoi tempi e le sue aperture.
Connettersi all’altro infatti non significa fondersi o essere tutt’uno con lui, bensì entrarci in contatto, stabilire un ponte comunicativo, creare un clima emotivo condiviso in cui trovano spazio disponibilità, fiducia e senso di benessere.
La connessione non è mai del tutto unilaterale. Ci si può certamente sintonizzare con il mondo interno di qualcuno che magari non fa altrettanto con noi, tuttavia il fatto stesso di entrare in sintonia con una persona significa che essa ha abbassato le sue difese nei nostri confronti.
La connessione emotiva fra genitori e figli
I bambini sono le creature più “permeabili” alla sintonia emotiva, perché più bisognosi di “sentire” l’altro ai fini della costruzione di un senso di sicurezza di base.
I genitori più maturi o emotivamente ben attrezzati riescono spontaneamente a garantire ai loro piccoli la sensazione di essere connessi, ovvero accompagnati da uno sguardo attento ma non intrusivo.
La solitudine del bambino, prima che fisica, è di natura emozionale: se l’adulto non gli parla, non lo ascolta, non lo vede (oppure al contrario lo incalza troppo violando il suo intimo) si produce un fallimento nella sintonia emotiva.
Ansia e depressione sono solo alcune delle conseguenze che possono verificarsi là dove il contatto con l’adulto risulta disturbato. I bambini possono scivolare in una sorta di attitudine difensiva generalizzata, che li porta a contare unicamente su se stessi e a sviluppare un senso di sfiducia verso gli altri.
L’autenticità della connessione emotiva
Ogni essere umano, anche il più ferito e difeso, al fondo resta bisognoso di un contatto umano autentico, profondo, non puramente formale o guidato da intenti opportunistici.
La connessione emotiva vera non si può fingere; essa di differenzia dalla seduzione, che si basa invece sulla conquista e su promesse che possono rivelarsi mendaci.
Due persone davvero in stato di connessione non mentono, non mettono in campo copioni o strategie, ma al contrario si lasciano andare ad un senso di accoglienza incondizionata.
Il bisogno di essere amati sopravvive nell’adulto. Anche solo venir trattati bene da amici o conoscenti, essere salutati con garbo o con gentilezza da sconosciuti fa un gran piacere, perché nell’essere umano la gioia nel venir accolti con calore dall’altro è insopprimibile.
La connessione emotiva nella coppia
Nella coppia la connessione emotiva tendiamo a darla per scontata: eppure, paradossalmente, essa può essere del tutto assente, con grande infelicità dei partner coinvolti nella relazione.
La coppia infatti non sempre si basa sull’accoglienza dell’altro nella sua totalità; essa si può fondare su motivi utilitaristici come la desiderabilità sociale, la paura della solitudine, il bisogno egoistico di cura o la sola attrazione fisica (che una volta esaurita lascia un senso di vuoto non sostituibile da altro).
Le persone oggi nelle relazioni amorose tendono a stabilire connessioni rapide e superficiali, basate su impulsi e necessità transitorie. L’ipersensibilità all’abbandono, ai nostri giorni così diffusa, porta a intessere rapporti asfissianti oppure disimpegnati, in cui l’altro non viene accolto per quello che è veramente.
In questi scenari viene a mancare l’accostarsi all’altro con l’intento di capirlo e di rispettarlo; alla convivenza e al divenire genitori ci si arriva senza aver stabilito con il partner una solida alleanza, mutualmente generosa.
Allora le inevitabili difficoltà del vivere diventano ostacoli insormontabili, perché viene meno, proprio in famiglia, il senso del “noi” e la comprensione delle reciproche difficoltà (fragilità e mancanze incluse).
Connessione emotiva e rapporti di amicizia
Le amicizie nel contesto consumistico in cui viviamo non sono esenti da tale dinamica opportunistica, per cui la connessione emotiva rischia spesso di appiattirsi, riducendosi ad un’empatia di superficie finalizzata ad un momento e ad uno scopo. Quando viene meno l’utile, anche il legame si frantuma.
Al contrario poter contare su legami forti che si basano sul piacere condiviso di comunicare garantisce una lunga tenuta, perché lo scambio emotivo è reale, non temporaneo e non artefatto.
Superare paure ed egoismi, mettersi in gioco autenticamente, abbassare le difese gettano le condizioni per avvicinarsi all’altro e al tempo stesso alla nostra interiorità.
Per conoscere noi stessi in profondità abbiamo bisogno di cimentarci in questo viaggio nel paese sconosciuto dell’altro.
Il contatto con la realtà altrui evoca ricordi dimenticati, desideri sopiti, speranze perdute, possibilità irrealizzate, prove superate.
Nell’amicizia non si tratta di un confronto “competitivo” ma “contemplativo”. I reciproci inconsci si toccano e nello scambio arricchiscono la consapevolezza di entrambi.
Allora il conflitto fra “Io” lascia spazio ad una comunione armoniosa che dona un senso di forza e di pace, come di ricongiungimento al proprio vero sè, troppo spesso sacrificato sull'altare del vivere sociale.
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