L’impatto della malattia del partner sulla coppia: una prova di resilienza

Felicità di coppia e malattia: un binomio possibile?
La malattia non impedisce a nessun essere umano di amare e di essere amato, anzi, la sua presenza ingombrante è in grado di rivelare in maniera impietosa la profondità e l’autenticità dei sentimenti fra due persone.
Purtroppo ancora oggi i tabù, le angosce e i pregiudizi rispetto alla condizione di non perfetto funzionamento della “macchina” umana gettano ancora molte ombre sulla possibilità di vivere una vita di coppia serena “nonostante” i problemi di salute di uno dei due partner.
La minaccia alla salute del partner: una prova di coraggio
Quando la brutta notizia arriva lo scombussolamento emotivo è inevitabile: dolore, paura e senso di incertezza sono reazioni più che giustificate.
Tuttavia se il legame è profondo e non basato sull’utile la paura non si tramuta in catastrofismo: si devono rivedere degli equilibri, ci sono delle modifiche da attuare nel quotidiano e nello stile di vita ma non tutto è perduto.
La persona, benché aggredita da un malessere più o meno grave, è sempre la stessa, e la gioia di averla accanto compensa le difficoltà presenti e future.
L’amore incondizionato non cancella integralmente il senso di fragilità e di precarietà che l’avvento della malattia fa percepire con più acutezza. Esso però fa da baluardo alla disperazione, perché il focus è sull’altro, sul cercare qui ed ora di aiutarlo e di farlo stare bene, e non sulle mancanze che i disagi materiali della nuova vita insieme porteranno.
Lo spettro della separazione esiste, il futuro si carica di nubi e di incertezze, ma prevale l’ingaggiarsi nella vita concreta e nell’oggi, nel cercare di fare tutto il possibile e di vivere ogni attimo, rimandando il lutto a quando esso avrà una ragion d’essere.
Purtroppo il materialismo e il conseguente utilitarismo che permeano la cultura attuale portano anche inconsapevolmente a considerare il partner come un oggetto di consumo, un “bene” su cui contare e di cui poter disporre per “fare” delle cose.
La condizione patologica del compagno è allora vissuta come un attacco al proprio sè, come un’ingiustizia ai propri danni più che a quelli dell’altro.
La malattia del compagno come test della capacità di amare
La qualità dell’amore viene dunque messa radicalmente a nudo dalla prova della malattia.
L’amore altruistico abbraccia il partner per le sue caratteristiche intrinseche e non per i suoi pregi e punti di forza.
La malattia non ne intacca l’immagine perché essa è indipendente dall’aspetto esteriore e concreto. Un compagno è sempre riconoscibile distintamente, qualsiasi cosa gli succeda. Nessuna malattia ha il potere di fargli perdere l'impronta unica e inimitabile.
La coppia in questo caso si fonda sulla complicità e sul piacere dello scambio, non sugli aspetti materiali, che comunque restano in secondo piano rispetto alla vita interiore del “noi”.
Al contrario amare l’altro perché è una persona brillante che assicura una buona qualità di vita è espressione del classico amore narcisistico: l’egoismo può nascondersi molto bene e disvelarsi a pieno proprio nelle situazioni critiche in cui il compagno si trova in difficoltà..
Le reazioni più angosciate sono la conseguenza del mettere al centro la preoccupazione per il proprio futuro. Essa si concentra sul cambiamento imminente della propria qualità di vita: solitudine, incertezza economica ecc…“Come farò” si mangia tutti i pensieri.
Passare da un atteggiamento di questo tipo, richiedente e sostanzialmente egoista ad uno più responsabile e protettivo (che contempla anche del sacrificio di sè) non è impossibile.
Il male che colpisce il compagno a volte diventa l’occasione per scoprirne il vero volto e per mettere in discussione un vivere troppo improntato all’avere rispetto all’essere.
La vita può arricchirsi di sfumature, di tenerezza e di forza mai sperimentate in precedenza, intrecciandosi ad un percorso trasformativo profondo.
Un aiuto per affrontare meglio la malattia: la psicoterapia di coppia
A volte l’incontro con uno psicoterapeuta può rivelarsi prezioso affinché si verifichi il passaggio dal rifiuto catastrofico all’accettazione non passiva dell’evento malattia.
I partner possono venire in terapia insieme o svolgere percorsi separatamente, a seconda delle loro necessità.
La guida dello psicoterapeuta può essere molto utile per dare un nome alle emozioni forti messe in gioco ed evocate dal passaggio difficile nel mondo della malattia.
La comunicazione viene incentivata e rafforzata, in modo da favorire l’alleanza di coppia di fronte alla patologia e la complicità nel vivere insieme gli aspetti emotivi e pratici connessi.
Possono essere affrontati i problemi che riguardano eventuali difficoltà nella sessualità, la mancanza di tempo per il romanticismo, il cambiamento dei ruoli e delle responsabilità.
Il partner sano spesso si trova ad assumere la posizione del care giver, e ciò può alimentare un senso di disequilibrio nella relazione. Si può allora riflettere su come l’aiuto reciproco vada oltre il mero fare le cose per l’altro, oltre la componente materiale.
Si può così accedere a un arricchimento della capacità di sentire e di apprezzare le piccole cose del quotidiano.
Mettere in parola tutto questo scioglie tensioni e promuove chiarezza, oltre che motivare nel tenere fede al percorso di cura. La resilienza viene sviluppata giorno dopo giorno e si trasforma in un nuovo modo di affrontare i problemi e le difficoltà del vivere adulto.
Rapporto uomo donna, Aiuto psicoterapeutico , Guarire dai sintomi