Depressione e disturbi alimentari
C’è un rapporto intimo fra disturbi dell’umore e disturbi del comportamento alimentare, che l’esperienza clinica ci svela nella quasi totalità dei casi.
C’è un rapporto intimo fra disturbi dell’umore e disturbi del comportamento alimentare, che l’esperienza clinica ci svela nella quasi totalità dei casi.
Nella società ipermoderna i disturbi della condotta alimentare non riguardano più semplicemente l’alterazione della quantità dei cibi che vengono introdotti nel corpo, così come non si limitano alla ricerca dell’immagine del corpo puramente magro.
Sempre, dietro ad anoressie isteriche, dietro ai loro digiuni, si cela un tentativo di separazione rispetto ad un Altro asfissiante. Questo Altro, di solito la madre, con il suo eccesso di premure, con il suo stare troppo addosso, impedisce il costituirsi di una vera autonomia nella figlia, che resta così inchiodata alle sue aspettative. Al posto del dispiegamento dell'essere più autentico del soggetto si produce un dover essere per non dispiacere all'Altro. L'immagine di se stessi viene così svalorizzata, nella misura in cui per ottenere approvazione e riconoscimento va adeguata ad un certo modello ideale proposto dall'Altro.
Chi soffre di anoressia tende a dipendere dall'Altro, anche quando assume degli atteggiamenti di distacco o si isola dalle relazioni.
L'anoressia è quasi invariabilmente la spia di qualcosa che è andato storto durante l'infanzia in relazione al luogo che il bambino ha occupato nel desiderio della madre. Egli è stato cioè o l'oggetto esclusivo della sua soddisfazione, oppure al contrario non ne ha catalizzato sufficientemente l'interesse.
L'obesità è una problematica dei nostri tempi. Figlia del consumismo di cui è schiavo l'uomo contemporaneo, indica il trionfo dell'introiezione dell' oggetto come modalità di trattamento dello stato di mancanza che attraversa costitutivamente ogni essere umano.
In psicoanalisi sosteniamo che dietro ai sintomi di cui patisce un soggetto e' sempre possibile rintracciare una struttura, cioè un modo di funzionamento della psiche che risponde a una ben specifica logica. A rigore quindi a sintomi simili possono corrispondere strutture diverse, che qualificano cioè differenti posizioni soggettive.
L'anoressia – bulimia si configura come una forma di sofferenza tipica del sesso femminile e dell’età puberale. Essa si lega nella quasi totalità dei casi alla percezione di una carenza d’amore.
Come è noto, il fenomeno anoressico bulimico tende a presentarsi per la prima volta durante l’età adolescenziale. Se oggi assistiamo all’emergenza del sintomo anche in altre fasi della vita, è pur vero che la sua comparsa avviene elettivamente nel periodo di passaggio dall’infanzia alla vita adulta.
Senz’altro la famiglia gioca un ruolo nella genesi di un disturbo della condotta alimentare. Non dobbiamo però pensare che ne sia tout court la causa, dato che il sintomo ha sempre un valore individuale e soggettivo per chi lo patisce e non è mai semplicemente l’espressione del malessere della famiglia.
Come è noto l’anoressia si presenta come una pratica di controllo e di riduzione della spinta ad alimentarsi. Sotto questo profilo le restrizioni alimentari che impone potrebbero essere paragonate al digiuno dei mistici.
Jacques Lacan (nel testo I complessi familiari nella formazione dell’individuo ) usa a proposito dell’anoressia l’espressione “desiderio della larva”.
Anoressia e bulimia sono due declinazioni dello stesso fenomeno.Non hanno nulla a che fare con la spinta ad esibire un corpo curato e alla moda. Nono sono nemmeno disturbi dell’appetito.Toccano piuttosto il tema dell’amore. Della delusione d’amore. Del dubbio sull’autenticità dell’amore dell’Altro.
Innanzitutto occorre una precisazione. E’ innegabile che un disturbo del comportamento alimentare non riguardi solo la sfera dell’alimentazione. Non costituisca cioè un puro problema di appetito bensì la punta di un iceberg, la manifestazione visibile di difficoltà della sfera psichica, che affondano le loro radici nella storia individuale.
Ciascuno di noi ha la possibilità di verificare quotidianamente come l’ideale del corpo femminile magro, liscio ed in forma sia ormai entrato a pieno titolo nella nostra cultura. Basti pensare agli stimoli pubblicitari con cui entriamo in contatto involontariamente semplicemente aprendo un giornale, accedendo ad internet o uscendo di casa.