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Analisi e divenire se stessi

La mira principale di una psicoanalisi è quella di favorire, in un soggetto bloccato dalle sue nevrosi, la liberazione da quei vincoli mentali che ne limitano le possibilità di realizzazione.  Ciò a partire dalla consapevolezza che ogni uomo è per struttura condizionato e per certi versi addirittura fabbricato dall’Altro, dalle attese e dalle caratteristiche del contesto familiare e sociale di appartenenza.

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Psicoanalisi e separazione dall'Altro

La mira principale di una psicoanalisi è quella di favorire, in un soggetto bloccato dalle sue nevrosi, la liberazione da quei vincoli mentali che ne limitano le possibilità di realizzazione.  Ciò a partire dalla consapevolezza che ogni uomo è per struttura condizionato dall’Altro, dalle attese e dalle caratteristiche del contesto familiare e sociale di appartenenza.

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Perché lo psicologo gratis non funziona

Una consulenza psicologica, sia essa un primo colloquio diagnostico o una seduta di psicoterapia o di psicoanalisi, è soggetta a pagamento, al pari di tutte le altre prestazioni professionali. In un'economia di scambio infatti ogni attività lavorativa, dalla più umile a quella più qualificata, produce un certo valore, misurato in termini di danaro.

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Metamorfosi o trasformazione?

Una psicoanalisi punta a favorire in un soggetto un cambiamento profondo, mira cioè a promuovere in lui la ripresa di un contatto con ciò che davvero desidera, al di là delle aspettative degli altri. Le persone infatti spesso si ammalano quando restano schiave delle attese altrui, quando si rinchiudono in atteggiamenti rinunciatari e conformisti, bollando le loro legittime aspirazioni come impossibili da realizzare.

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Non c'è terapia senza autentica sofferenza

Senza una vera, profonda sofferenza non vi è nessuna possibilità di beneficiare di un percorso psicoterapeutico. Perché? Cosa intendiamo per autentica sofferenza? Cosa rende un pianto davvero un' espressione di dolore e non un semplice sfogo o un modo per attirare l'attenzione? Cosa cioè distingue una crisi profonda da una passeggera lamentela che al fondo sottende un desiderio che le cose rimangano tali e quali sono?

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I doni della vita

Nell'immaginario collettivo si pensa che la fortuna nella vita coincida con il benessere materiale. Bellezza, danaro, salute sembrano essere le basi necessarie per accedere alla felicità, intesa come condizione di piacere e di armonia senza strappi. In quest'ottica la malattia, la povertà, la deformità fisica, la vecchiaia sono dei mali assoluti, delle vere e proprie catastrofi che minano irrimediabilmente qualsiasi aspirazione verso la pienezza.

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La misura individuale della felicità

Tutte le domande di aiuto nelle loro varie forme sono accomunate da un'interrogazione di fondo, più o meno sofferta, rispetto al senso del proprio stare al mondo. Cosa mi rende davvero felice al di là dell'avere, delle aspettative sociali, di un certo rassicurante conformismo?

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Sostare nell'incertezza

Per tutti noi è molto difficile a volte sospendere il giudizio e vivere serenamente il presente nonostante l'incertezza della situazione che ci troviamo ad affrontare. C'è in noi un bisogno di controllo intimamente legato alla necessità di dare un senso a ciò che ci accade, che tuttavia rischia di condurci verso pensieri ed azioni che ci allontanano anziché avvicinarci ad una risoluzione del conflitto che stiamo attraversando.

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Perché parlare ad uno psicoanalista cura?

La parola racchiude in sè una potenzialità terapeutica fortissima. Non a caso una delle prime pazienti di Sigmund Freud usava l'espressione "talking cure", cura della parola, per riferirsi al percorso psicoanalitico che aveva intrapreso per gettare luce su alcuni conflitti psichici che la tormentavano. 

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Desiderio d'altro

Una caratteristica strutturale del desiderio umano e' quella di configurarsi come desiderio d'altro. La soddisfazione cioè non produce appagamento e acquietamento della spinta desiderante, ma paradossalmente la fa risorgere nel momento stesso in cui la placa. E' come se, arrivati al culmine della pienezza, inconsciamente ci dicessimo: << e adesso? Che cosa c'è dopo? Cos'altro?>>. Rinnovando la stessa insoddisfazione che ci aveva mosso in partenza.

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Volti dell'insoddisfazione

L'insoddisfazione e' uno stato mentale caratterizzato dalla spiacevole sensazione di non percepirsi a proprio agio nella situazione che si sta vivendo, come se non ci trovassimo al posto giusto nel momento giusto. Implica dunque un rifiuto nei confronti della realtà con la quale si è in contatto e un desiderio di fuga, la spinta a ricercare altrove pienezza e appagamento.

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Scacco in amore: pesantezza o superficialità?

Molta sofferenza psichica legata a sentimenti di solitudine o aridità affettiva deriva da una caratteristica tipica della nevrosi ossessiva, ossia il primato accordato all'ordine e alla stabilità. Le scelte affettive vengono dunque subordinate a questa esigenza di controllo, così che i vari partner "ufficiali" sono "selezionati" più sulla base di attributi esterni in linea con il modello auspicato che non a partire da un'autentica spinta desiderante.

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Lo sguardo dello psicoanalista

Che tipo di sguardo è quello di uno psicoanalista? Che cosa vede quando accoglie un soggetto che gli si rivolge? Come si approccia alla sua sofferenza? Che posizione tiene di fronte ai suoi interrogativi esistenziali, a volte laceranti?

Questo sguardo lo potremmo in un certo senso definire cieco, vuoto. Ovvero privo di giudizio, di aspettative, di fervore indagatorio. E’ uno sguardo che nella sua opacità accoglie la parola, più che l’immagine. La singolarità dell’essere, più che l’apparire.

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Sublimazione artistica e difesa nevrotica. Che differenza c'è?

Nell'immaginario collettivo la pratica artistica si avvale della bellezza dell'opera d'arte nel tentativo di rimuovere ciò che di insensato e di brutto accompagna l'uomo nella sua esistenza quotidiana. L'arte si contrapporrebbe quindi alla volgarità del mondo, in una sorta di sua trasfigurazione idealizzante che ne agevolerebbe la vivibilità attenuandone il carattere scabroso.

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L’accoglienza in psicoanalisi

Il trattamento psicoanalitico differisce profondamente da tutte quelle tecniche psicoterapeutiche che hanno di mira la modificazione diretta di comportamenti così detti “disfunzionali” (quali ad esempio depressione, attacchi di panico, ansia, anoressia ecc…).La psicoanalisi infatti considera questi sintomi come la punta di un iceberg, ovvero come delle manifestazioni visibili di un disagio più profondo.

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Dagli errori si impara...

Uno dei poteri trasformativi della psicoanalisi risiede nella valorizzazione dell’errore, dell’inciampo, come fonte di crescita e di maturazione personale. Questo punto può sembrare contro intuitivo, dal momento che nello stesso tempo un lavoro psicoterapeutico punta a far emergere la responsabilità personale, dunque in un certo senso non assolve l’individuo, spingendolo a confrontarsi con se stesso.

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Perché il nevrotico e' sempre un po' infantile?

 

Partiamo dal presupposto che la normalità assoluta e' un concetto inapplicabile alla psiche umana. Siamo in effetti tutti un po' nevrotici, nella misura in cui ci troviamo costretti per struttura a subire rinunce e frustrazioni, in virtù delle quali però possiamo beneficiare dei vantaggi della civiltà e del vivere in società.

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